VITTORIA O MORTE!

F.: Segundo de Chomón. Int.: Berta Nelson (Blanche). Prod.: Itala Film. 35mm. L.: 828 m. (l. orig.: 1295 m.). D.: 40’ a 18 f/s. Col. (da un positivo nitrato imbibito).

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Berta Nelson (1890-?), soprano, attrice, produttrice, nasce a Odessa in una famiglia ebraica. Il suo vero nome è Berta Isaakovna Kacenel’son (Katzenelson). Non si hanno notizie della sua attività in Russia. Nel 1912 debutta al Teatro Mercadante di Napoli come cantante lirica; fino al 1922 appare in diciotto film, di cui cinque prodotti tra il 1921 e il 1922 dalla sua casa cinematografica, la Nelson Film.
Nelson appartiene a quella ristrettissima aristocrazia di attrici cinematografiche, per le quali i successi dello schermo non sono che un riflesso dei trionfi della scena. […] Di lei restano per fortuna sei o sette film, due dei quali della Itala, Come una sorella (1912) e Vittoria o morte! (1913). In quest’ultimo, la Nelson interpretò un’audace fanciulla che guida spericolatamente automobili, pilota personalmente un aereo da cui si getta in mare per raggiungere una nave e recuperare dei documenti sottratti da una spia: il suo è un personaggio femminile assolutamente insolito nel panorama cinematografico italiano del 1913, che peraltro la Nelson rende con assoluta padronanza. […] Nel 1917 recita in Fiamma simbolica di Eugenio Perego, un film psicologico-poliziesco, in cui si cimenta nella parte della moglie che cerca l’assassino dell’amato marito, ma che finirà per spegnere la fiamma che illuminava il suo amore – suo marito non è la vittima, ma il carnefice, colpevole di avere usato violenza a una giovane.
Sarà Berta Nelson ad accogliere il gruppo di connazionali esuli dopo la rivoluzione e a presentarli ad Ambrosio, dando così modo al regista Aleksandr Ural’ski e agli attori Tat’iana Pavlova e Osip Runič di creare per la casa torinese una serie russa, che comprende tre o quattro film, oggi tutti andati disgraziatamente perduti che la critica del tempo – un po’ malevolmente – consigliava registe e attori di andare a vedere per prendere nota e imparare.

Vittorio Martinelli, in Cabiria e il suo tempo, a cura di a cura di Paolo Bertetto e Gianni Rondolino, Museo Nazionale del Cinema/Il Castoro, Torino-Milano 1998

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