THE FLOORWALKER

Charles Chaplin

Scen.: Charles Chaplin. F.: Roland Totheroh. Scgf.: E.T. Mazy. Int.: Charles Chaplin (ubriaco), Albert Austin (tassista). Prod.: Charles Chaplin per Lone Star Mutual. Pri. pro.: 7 agosto 1916. DCP. 2 bobine / 2 reels.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

A partire dal 9 marzo 1916 il cinegiornale Mutual Weekly iniziò a diffondere, nelle maggiori sale cinematografiche degli Stati Uniti, le immagini di un sorridente Charlie Chaplin intento a firmare il famoso contratto da 670.000 $ con la Mutual Film Corporation, per la gioia del suo presidente John R. Frauler. Appena due mesi dopo, il 15 maggio, usciva in quelle stesse sale The Floorwalker la prima delle dodici comiche a due rulli che Chaplin si impegnava a terminare da lì a poco più di un anno. Per consentirgli di lavorare agevolmente, la Mutual gli mise a disposizione il Lone Star Studio (al civico 1025 di Lillian Way, dove in seguito Buster Keaton realizzerà i suoi capolavori) uno dei set più spaziosi di Hollywood, luogo che ospiterà ambientazioni molto caratterizzate (grande magazzino, stazione termale, pista da pattinaggio, caserma) in grado di innescare delle gag evidentemente figlie della stagione slapstick, ma funzionali ad una struttura narrativa più complessa. In The Floorwalker al centro dell’azione c’è una scala mobile: “Costruivo i miei set senza un’idea ben precisa – dirà Chaplin – ma una volta realizzati, le idee venivano da sé” come confermano i giornalieri riportati alla luce da Kevin Brownlow e David Gill che mostrano le prove, le accelerazioni, i cambi di intenzione e qualche colpo di vento… a ricordarci che all’epoca solo un leggero telo di mussola proteggeva l’azione dagli agenti atmosferici. “Perché diavolo non abbiamo pensato noi a una scala mobile?” fu il commento di Mack Sennett, ripreso da tutta la stampa.

Copia proveniente da

Restaurato nel 2013 da Fondazione Cineteca di Bologna presso il laboratorio L'Immagine Ritrovata in collaborazione con Lobster Films e Film Preservation Associates. Restauro sostenuto da Amitabh Harivansh Bachchan