PHANTOM

Friedrich Wilhelm Murnau


Scen.: Thea Von Harbou, Hans Heinrich von Twardowski (non accr.), dal romanzo di Gerhart Hauptmann; F.: Axel Graatkjaer; Op.: Theophan Ouchakoff; Scgf.: Hermann Warm, Erich Czerwonski; Cost.: Vally Reinecke; Mu.: Leo Spiess, Ernst Krenek; Int.: Alfred Abel (Lorenz Lubota), Frida Richard (sua madre), Aud Egede Nissen (Melanie, sua sorella), Hans Heinrich von Twardowski (Hugo, un fratello minore), Karl Etlinger (Starke, mastro rilegatore), Lil Dagover (Marie, sua figlia), Grete Berger (Frau Schwabe), Anton Edthofer (Wigottschinski), Ilka Grüning (Baronessa), Lya de Putti (Melitta, sua figlia), Adolf Klein (Harlan, mercante di ferraglie), Olga Engl (sua moglie), Heinrich Witte (fuzionario), Wilhelm Diegelmann, Eduard von Winterstein, Arnold Korff ; Prod.: Uco-Film per Decla-Bioscop; 35mm. L.: 2905 m. D.: 125’ a 22 f/s.

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Phantom, prodotto dai fratelli Ullstein per la Decla-Bioscop nel 1922 come omaggio allo scrittore Gerhart Hauptmann in occasione del suo sessantesimo compleanno, fu diretto da F.W. Murnau e sceneggiato da Thea Von Harbou. Di questo film si conserva soltanto il negativo originale, apparentemente completo, il quale include qualche fotogramma della maggior parte delle didascalie originali. Non risultando conservato il visto di censura, le didascalie perdute sono state ricostruite sulla base della sceneggiatura originale. Essa comprendeva un buon numero di didascalie che sarebbero state eliminate durante la preparazione della lista finale per il film. Tuttavia, grazie a una recensione d’epoca, abbiamo potuto accertare la presenza, nelle copie di allora, di varie didascalie presenti nella sceneggiatura ma oggi scomparse dal negativo. È il caso di alcune didascalie che sottolineano il climax drammatico della vicenda giorno per giorno. La prima di esse – “Der taumelnde Tag…” (“Il giorno della vertigine…”) – è citata in un articolo di Béla Balázs in “Der Tag” (Vienna, 20.4.1923), per cui abbiamo supposto che fossero presenti anche le didascalie “Der graue Tag” e “Der schwarze Tag” (“Il giorno grigio” e “Il giorno nero”). Sono inoltre stati corretti piccoli errori di montaggio, come alcune code di separazione dei rulli mai asportate, e sono state reinserite al loro posto le due scene di Gerhart Hauptmann che passeggia. Per la prima volta sono state stampate copie colorate del film, riproducendone le colorazioni originali riportate su alcuni titoli flash a inchiostro o a matita in modo appena visibile, per cui fino a oggi erano passate inosservate. In queste annotazioni apparivano indicati colori come il violetto, l’ambra, l’arancio, il verde e il bianco e nero, così come doppi effetti quali il rosa/rosso o il blu/violetto, per cui apparentemente la gamma delle colorazioni era completa. Lo scarso numero di indicazioni, tuttavia, poneva gravi difficoltà nello stabilire la colorazione di tutte le scene. Gli unici indizi su cui potevamo basarci per stabilire un’ipotetica colorazione di tutto il film erano i vari tipi di giunte presenti nel negativo, i quali rivelavano le modifiche di montaggio realizzate nelle varie epoche. I tipi di giunte presenti erano almeno tre: quelle più antiche corrispondevano al montaggio originale della Decla-Bioscop risalente all’ottobre del 1922 e alle successive revisioni e modifiche realizzate dalla UFA nel 1923. In questo periodo il negativo era separato in scene o piccoli blocchi omogenei per densità di luce e colorazione. In una fase posteriore, verso il 1930, la UFA rimontò il film in rulli di trecento metri secondo la sua continuità logica utilizzando un diverso tipo di giunta. Per questo motivo tutte le scene che sono arrivate fino a noi unite tramite il sistema di giunte più antico dovevano necessariamente presentare la medesima colorazione. In questo modo abbiamo potuto stabilire che sia gli interni che gli esterni nella parte finale del film erano colorati di verde, o che gli esterni giorno e le scene della libreria erano colorate in ambra. Gli interni notte sono invece in bianco e nero, data la presenza di indicazioni in questo senso in un interno notte che di giorno appare colorato in arancio. Il blu notturno viene chiaramente indicato dalla presenza di scene di esterni notte girate di giorno, con il cielo chiaro, e dall’esistenza di un interno notte che presenta una duplice colorazione blu/violetto, mentre le scene diurne sono soltanto violetto. La scomparsa di questo film per più di trent’anni e il suo recupero negli anni ‘60 hanno fatto sì che il negativo arrivasse a noi quasi privo di interventi successivi, comunque facilmente identificabili in quanto realizzati con un terzo tipo di giunta, molto diverso dai precedenti.

Luciano Berriatúa, Camille Blot-Wellens

Copia proveniente da