Maudite Soit La Guerre
Sceneggiatura: Alfred Machin. Fotografia: Jacques Bizeuil, Paul Flon. Interpreti: Baert (Adolph Hardeff), La Berni (Lidia Modzel), Albert Hendrickx (Sigismond Modzel), Fernand Crommelynck (padre Modzel), Nadia d’Angély (madre Modzel), Henri Goidsen (Lieutenant Maxim). Produzione: Belge Cinéma Films, Pathé. DCP. Durata: 44′. Col.
Scheda Film
Tra i molti tesori custoditi dal cinema degli anni Dieci, uno dei più straordinari è certamente Maudite soit la guerre. Riscoperto negli anni Novanta da Eric de Kuyper al Filmmuseum di Amsterdam, questo melodramma pacifista, realizzato da Alfred Machin nel suo studio e nei dintorni di Bruxelles subito prima dello scoppio della guerra mondiale, rivelò il talento di uno dei maggiori registi dell’epoca, pressoché insuperato nell’uso della tecnica cinematografica – dal montaggio alle riprese aeree a un uso mozzafiato del colore – e risultò uno dei migliori film antimilitaristi mai realizzati.
Come ha acutamente scritto Eric de Kuyper in un importante saggio, testo e sottotesti del film sono sostenuti da un uso della colorazione a pochoir di meravigliosa precisione e di estensione inedita per l’epoca, e dalla sua perfetta interazione con i procedimenti di imbibizione e viraggio. Capitolo imprescindibile nella storia del colore al cinema, la composizione cromatica di Maudite soit la guerre è costruita intorno al leit-motiv di due desaturate tinte pastello, il rosa dei gerani nella casa della ragazza e le variazioni di marrone (dal terra di siena all’ocra) delle uniformi e del campo di battaglia, con il rosso delle esplosioni a fornire il contrappunto.
Nicola Mazzanti