MÁS ALLÁ DEL OLVIDO

Hugo del Carril

Sog.: liberamente ispirato al romanzo Bruges la morta di Georges Rodenbach. Scen.: Eduardo Borrás. F.: Alberto Etchebehere. M.: Jorge Garate, Higinio Vecchione. Scgf.: Gori Muñoz. Mus.: Tito Ribero. Int.: Laura Hidalgo (Blanca de Arellano/Mónica), Hugo del Carril (Fernando de Arellano), Eduardo Rudy (Luis Marcel, alias Mauricio Pontier), Gloria Ferrandiz (Sabina), Ricardo Galache (Santillán), Pedro Laxalt (Don Álvaro), Francisco López Silva (Esteban), Ricardo de Rosas (Bernabé). Prod.: Hugo del Carril per Argentina Sono Film S.A.C.I.. 35mm. D.: 93’. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

“Il più grande film argentino”, secondo lo storico Ángel Faretta, è la storia di un uomo che nei tratti di una prostituta ritrova il volto della moglie defunta. In molti in Argentina ci hanno visto un’anticipazione di Vertigo. È possibile che Boileau e Narcejac, gli autori di La donna che visse due volte (1954), alla base della sceneggiatura del film di Hitchcock, avessero letto Bruges la morta, il romanzo di Georges Rodenbach (1892) adattato in Más allá del olvido. (Era già stato all’origine di Die Tote Stadt, opera lirica di Wolfgang Erich Korngold che conobbe un successo mondiale dopo la prima nel 1920). Del Carril, in ogni caso, fu chiamato a lavorare al film dopo che l’Argentina Sono Film lo aveva già proposto a Carlos Schlieper e a Leopoldo Torre Nilsson.
Cineasta apprezzato per film di denuncia sociale Las aguas bajan turbias (1952), cantante di tango che aveva anche incarnato Gardel in un biopic del 1939, fervente sostenitore di Perón tanto da inciderne nel 1949 l’inno ufficiale del partito, alla caduta del regime passò qualche tempo in carcere, proprio durante la lavorazione di questo film. Apparentemente il progetto sembrava estraneo ai suoi interessi. Eppure il soggetto ha rivelato una parte sconosciuta della sua sensibilità, ispirandogli, come attore e regista, un’opera unica.
“Coronamento tardivo, termine ed eccezione di questa tendenza [l’adattamento di opere letterarie europee da parte del cinema argentino degli anni Quaranta], fiore di serra più decadente di quello che il Belgio di Rodenbach avrebbe mai potuto fantasticare, […] il film più personale di Hugo del Carril è eccezionale in tutti i sensi” (Alberto Tabbia). “Realizzata con un gusto visivo barocco, la storia svanisce nello sturm und drang di un gotico argentino” (Guillermo Cabrera Infante).

Da: Instituto Nacional de Cine y Artes Audiovisuales per concessione di Argentina Sono Film