Maciste
Sup. R.: Giovanni Pastrone; F.: Augusto Battagliotti, Giovanni Tomatis; Trucchi: Segundo de Chomón; Int.: Bartolomeo Pagano (Maciste), Clementina Gay (la ragazza), Amelia Chellini (madre della ragazza), Felice Minotti (Pietro), Didaco Chellini (duca Alexis); Prod.: Itala-Film. 35 mm. L. or.: 1968 m. L.: 1377 m. D.: 67’ a 18 f/s. Virato, imbibito.
Scheda Film
Lo schiavo nero Maciste, in Cabiria, aveva vinto condottieri e re nella battaglia per la conquista della simpatia del pubblico mondiale. Questa notorietà improvvisa guadagna a Bartolomeo Pagano l’onore di un film tutto suo, secondo le logiche commerciali che regolano le moderne tecniche di spin off. Nel primo film della serie, Maciste abbandona la pelle di leopardo per il doppiopetto, cambia razza e status, diviene un attore borghese attivo nella Torino degli anni Dieci. Una ragazza inseguita da banditi misteriosi si rifugia in un cinema. Proiettano Cabiria e la giovane rimane folgorata dalle imprese di Maciste. Se il gigante ha saputo raddrizzare così bene i torti sullo schermo, perché non dovrebbe fare altrettanto nella realtà? Il giorno dopo, negli studi dell’Itala Film, viene recapitata una lettera misteriosa… Il film si rivela un successo e inaugura una lunga serie che consacrerà Maciste come mito dell’immaginario popolare italiano.
Stella Dagna, Claudia Gianetto
Copia restaurata nel 2006 presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire da un positivo nitrato conservato presso il Nederlands Filmmuseum, all’interno del progetto di valorizzazione e recupero dei film muti prodotti a Torino promosso dal Museo Nazionale del Cinema e dalla Cineteca di Bologna. La ricostruzione delle didascalie italiane è stata possibile grazie al visto di censura, ai quaderni di produzione e alle lastre fotografiche conservate presso il Museo Nazionale del Cinema. Le colorazioni sono state stabilite tramite il metodo Desmet.