LEUCHTTURM DES CHAOS
Scen.: Hella Kothman. F.: Bernd Fiedler. M.: Manfred Blank. Int.: Sterling Hayden. Prod.: Wolf-Eckart Bühler per Bühler Films, Red Harvest Film. DCP. D.: 114’. Col.
Scheda Film
Comunque ci si ponga nei confronti della vita e delle meditazioni di Sterling Hayden – attore, ribelle, abitante di una chiatta fluviale nei Paesi Bassi – questo film autobiografico tedesco è percorso da un candore umano e spesso doloroso. […] Una giovane troupe di documentaristi tedeschi salì sulla pittoresca chiatta di Hayden ormeggiata sulla sponda verdeggiante di un fiume olandese, puntò la macchina da presa su di lui e, per usare l’espressione preferita di Hayden nel film, “avanti tutta”. Ne derivò un’affascinante confessione inframezzata da immagini, filmati e titoli urlati sulla delazione ai tempi della caccia alle streghe, tutto materiale attinto dalla carriera dell’attore, per lo più di serie B, nella Hollywood degli anni Cinquanta. […]
L’attore, filmato a bordo della sua barca in abiti di juta, con la barba lunga e l’inseparabile bottiglia di Ballantine’s, parla ai suoi intervistatori con sollecitudine quasi paterna. Ciò si traduce in un autoritratto singolarmente sincero, nel quale di tanto in tanto Hayden recita la parte del grande guru in una sorta di parodia di Ernest Hemingway.
Ma in Leuchtturm des Chaos (è il nome della chiatta) c’è un mettersi a nudo così insistente e penetrante che la confessione finisce per assumere una valenza universale. Chi ha letto l’autobiografico Wanderer, nome mutuato dallo yacht sul quale Hayden salpò per andare a rifugiarsi a Tahiti con i suoi quattro figli alla fine degli anni Cinquanta, troverà qui una continuità. In un momento particolarmente drammatico, gli autori intervengono per raccontare off-screen come Hayden, la sera prima, fosse così ubriaco da cadere in acqua, e come suo figlio (quello che ancora vive con lui) avesse dovuto portarlo in salvo. Vediamo Hayden affrontare l’argomento il giorno dopo, ed esprimere con pacata ma tesa laconicità le sue riflessioni sull’alcol e il tormento per aver tradito gli amici davanti alla Commissione per le attività antiamericane nel 1951. […]
Il produttore e co-regista Wolf-Eckart Bühler non stacca mai da Hayden se non per dare spazio ai flashback hollywoodiani in bianco e nero. Riprendere Hayden mentre cammina come Mosè sulla riva di un fiume fiammingo e staccare su un vecchio titolo del “Los Angeles Examiner” – Quattro stelle per Hayden! Fa i nomi dei comunisti – è una scelta che conserva la forza schiacciante delle contraddizioni.
Loyn., “Variety”, 27 aprile 1983