IL SOPRAVVISSUTO
Sog.: Giannino Antona Traversi. F.: Carlo Montuori. Int.: Fernanda Negri Pouget (Livia), Teresa Boetti-Valvassura (la contessa), Camillo Pilotto (l’austriaco), Leo Giunchi (Goffredo), Ugo Gracci (il vecchio conte). Prod.: Medusa-Film. DCP. D.: 19’. Imbibito e virato.
Scheda Film
Se tanti film del 1916 sono sopravvissuti, perché proprio Il re, le torri, gli alfieri, il film che cercavo e volevo più di tutti, dev’essere così totalmente perduto? I frammenti su nitrato trovati a Parigi e Washington avevano fatto volare le speranze. Gli archivisti francesi erano esultanti quanto io ero delusa, quando il rullo nella scatola contrassegnata Échec au roi è risultato essere in realtà la parte che mancava alla loro copia di La mirabile visione (1921). E quando il materiale proveniente dalla Library of Congress è arrivato a Bologna per essere estratto dalla sua scatola con trepidazione degna della torta più sontuosa, e abbiamo visto le prime immagini, per un attimo ci è sembrato di riconoscere l’attore Gigi Serventi, ma ben presto ci siamo accorti che non era lui; e dopo poche scene abbiamo dovuto mestamente rinunciare a vedere una brillante operetta e disporci a vedere un film di guerra: Il sopravvissuto.
Gli uomini hanno identità definite; le donne sono destinate al conflitto tra opposte lealtà. Naturalmente Livia, la passiva protagonista di Il sopravvissuto, sta con il proprio padre e il proprio figlio italiani e non con il marito austriaco – che è un bruto, e quindi liberarsene è una benedizione. Nella tautologica storia di eroi che fanno gli eroi, il destino tracciato per la donna porta con sé un residuo di tragedia. Antonio Rosso, un critico dell’epoca, si mostra poco entusiasta della trama patriottica, che giudica pesante e abusata (“v’è di vecchio, e di enfatico e convenzionale nell’intreccio di attualità patriottica”), ma apprezza il realismo di Genina nelle scene di battaglia. “Per la prima volta mi è stato dato vedere rappresentato, con sufficiente approssimazione alla realtà, quello che sia un movimento di truppe o un sistema di trincee […] Certamente v’è quanto di meno lontano dalla realtà che si opera alla frontiera sia stato finora ricostruito dal cinematografo”.
Mariann Lewinsky