ES GIBT EINE FRAU, DIE DICH NIEMALS VERGISST

Leo Mittler

R.:Leo Mittler.S.: Ladislaus Vajda. Sc :Hans Sohnle, Otto Erdmann. F.: Mutz Greenbaum. M.: Hansom Milde-Meissner. In.: Ivan Ntrovich (Georg), Lil Dagover (Tilly Ferrante), Helene Fehdmer-Kaysler (Frau Möller), Gasion Jacquet (il conte), Felix Bressart, Otto Wallburg, Leda Gloria, Ellen Frank, Ernst Legal, Oskar Sima, Rolf Gert, Adrian M.Netto, Franz Weber, Ernst Stahl-Nachbauer, Ernö Szenes. P.: Greenbaum-Film Gmbh L.or.: 2661 m.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Le storie del cinema non tramandano il nome di Leo Mittler, un’altra vittima eccellente del cinema dei dittatori. Eppure, in quel passaggio tra muto e sonoro, questo eclettico regista non fu personaggio minore. Nato a Vienna il 18 dicembre del 1893 e diplomatosi alla Akademie für Musik und darstellerde Kunst, Mittler si trasferì a Berlino ove si avviò alla carriera artistica, lavorando come attore alla Volksbuhne. Chiamato alle armi, poté tornare alle scene solo nel 1920, stavolta in veste di regista. dimostrando solide qualità di direzione in città difficili come Breslavia, Dresda, Francoforte sul Meno, prima di ritornare a Berlino ove diresse alcune rappresentazioni per conto di Max Reinhardt.

Ne 1926, con la supervisione di Reinhold Schunzel, che ne fu anche produttore ed interprete, Mittler affrontò la regia cinematografica con In der Heimat, da gibt’s ein Wierderseh’n!, giunto in Italia con l’incredibile titolo di Paradiso bleu, storia di tre soldati che si ritrovano dopo la guerra. Il film non ebbe alcun successo, mentre un po’ meglio andò, grazie all’interpretazione di Hans Junkermann e Adele Sandrock, due beniamini del pubblico tedesco, Serenissimus und die letzte Jungfrau. Nel 1929 Mittler è a Rotterdam ove gira una “tragedia di ogni giorno”, come recita il sottotitolo di Jenseits der Strasse. Il film, esemplare di quel cinema tedesco di denuncia sociale alla fine del muto, ebbe critiche contrastanti a seconda dell’ideologia del recensore e poco riscontro di pubblico, ormai affascinato dalla novità del sonoro. Il problema del sonoro verrà affrontato da Mitler nella sua opera successiva, Es gibt eine Frau, die dich niemals vergisst che, girato muto, viene poi parzialmente sincronizzato. Fu sulla base di questa esperienza che la Paramount lo chiamò a Joinville-le-Point ove era in corso una operazione di rifacimento in più versioni di film americani onde poterli presentare nei vari paesi europei. Il doppiato non era stato ancora inventato, né si era ancora pensato a trasformare le didascalie in sottotitoli. Tra il 1930 e il 1931, Mitler gira uno dopo l’altro ben sei edizioni tedesche di altrettanti film americani, poi a Parigi realizza una co-produzione franco-tedesca, La roi de Paris~Der Konig von Paris (in Italia vi giunge quella francese). Ultimo film girato a Joinville da Mittler è Die Nàchte von Port Said, torbida storia che si svolge nei bassi fondi di una squallida zona portuale, con un intenso Gustav Diessl come protagonista. Gli attori, molti dei quali sono ancora francesi e spagnoli, si esprimono ognuno nella propria lingua. Le notti di Port Said incontrò serie noie con la censura tedesca, che ne proibì la prima visione; infatti il film uscì solo in sale secondarie e senza l’onore di recensioni ufficiali. In Italia, dove giunse nel 1933, venne bocciato anche in seconda istanza e mai presentato sugli schermi della penisola, benché tutte le riviste cinematografiche dell’epoca l’avessero largamente pubblicizzato.

Quando Hitler prese il potere, Mittler fu costretto ad abbandonare la Germania e si stabilì in Francia. Vi diresse qualche altro film, di prèmiere partie (ovverosia dei mediometraggi di complemento al film principale) e passò poi in Gran Bretagna, dove, tra il 1935 ed il 1936 diresse qualche commedia con il lepido Stanley Lupino e una cooproduzione anglofrancese, The Last Waltz / La dernière valse. Assieme a Vietor Trivas, un altro transfuga, scrisse poi soggetto e sceneggiatura di Les otages (1939), un film di Raymond Bernard che narrava di una feroce rappresaglia dell’esercito tedesco contro gli abitanti di un paesino francese durante la grande guerra. I due riuscirono a scappare da Parigi poco dopo l’ingresso delle troppe naziste, rifugiandosi negli Stati Uniti. Ed ancora una volta insieme elaborarono il soggetto di Song of Rusia (1943). Mittler tornò in Germania solo nel 1948 e si riaccostò di nuovo alla regia teatrale a Berlino, Amburgo ed allo Staatsoper di Vienna, dove curò poco prima della morte (16 maggio 1958), la prima messinscena in lingua tedesca di Il diario di Anna Frank.

Filmografia. 1926: In der Heimat, da gibt’s ein Wiederseh’nl (Paradiso bleu); 1928: Sechzehn Töchter unde kein Papa di Adolf Trotz (sogg. e sceneg.); Serenissimus und die letzte Jungfrau; 1929: Jenseits der Strasse; 1930: Sonntag des Lebans (vers. ted. di The Devil’s Holiday); Der Sprung ins Nicht (v.t. di Half Way To Heaven); Jede Fran hat Etwas (v.t. di Honey); Tropennächte (v.t. di Dangerous Paradise); Leichtsinnige Jugend (v.t. di Manslaughter); Es gibt eine Frau, die dich niemals vergisst; Der König von Paris (Le roi de Paris / Il re di Parigi); 1931: Une nuit à l’Hôtel; Das Konzert (v.t. di Fashions in Love) 1932: Die Nächte von Port Said (Le nuits de Port Said); La voix sans visage; La vitrine; Une heure; 1935: Honeymoon for Three; La demier valse (The Last Waltz); Cheer Up!; 1939: Les otages, di Raymond Bernatd (sogg. e sceneg.); 1943: The Ghost Ship di Mark Robson (sogg.); Song of Russia di Gregory Ratoff (sogg.).

Il tenore Georg Möller abbandona la sua fidanzata per seguire Tilly Ferrante, un’attrice berlinese di cui si è invaghito. Ma quando Tilly non riesce più a sopportare la ossessionante gelosia dell’innamorato, decide di lasciarlo. Allora Georg, in una scena dell’opera in cui dovrebbe essere colpito, sostituisce le pallottole a salve con quelle vere, per porre fine alla sua vita. Tilly, che è stata accusata della morte del giovane, verrà salvata dalla madre di Georg, la quale in tribunale racconterà come veramente si è svolta la tragedia.

Il film venne girato muto, ma era ispirato ad una famosissima canzone tedesca dell’epoca; per evitare che il film, come tanti altri, venisse negletto dal pubblico, ormai affascinato dal sonoro, alla fine della lavorazione si decise di sincronizzarlo parzialmente nelle scene che si svolgevano in tribunale. La produzione Greenbaum offri il film ad un distributore francese, il quale si dichiarò disposto ad acquistare la pellicola a condizione che le parti postsincronizzate fossero parlate in tedesco. Si approntò allora una versione francese ove quasi tutti gli attori si espressero in quella lingua. Per l’anziana Helene Fehdrner-Kayiler, incapace di affrontare un altro idioma, Mittler usò la voce di Jeanne Méa, che può considerarsi la prima doppiatrice francese; per Ernst Legal, anche lui ignaro del tedesco, fu necessario rigirare le poche scene in cui appariva sostituendolo con l’attore francese Pierre Hol. (Vittorio Martinelli)

Copia proveniente da

Restauro realizzato da

PROJECTO LUMIÈRE

Il restauro di questo film è stato cofinanziato dal Progetto Lumière - Programma MEDIA della Comunità Europa.