BOUDU SAUVÉ DES EAUX
T. it.: Boudu salvato dalle acque; Sog.: dalla commedia di René Fauchois; Scen.: Jean Renoir, Albert Valentin; F.: Marcel Lucien; Mo.: Suzanne de Troeye, Marguerite Houllé Renoir; Scgf.: Jean Castanier, Hugues Laurent; Mu.: Johann Strauss (Le Beau Danube bleu), Jean Boulze (flauto), Édouard Dumoulin (organino), Léo Daniderff (Les Fleurs du jardin chaque soir ont du chagrin); Su: Igor B. Kalinowski; Int.: Michel Simon (Boudu), Charles Granval (Édouard Lestingois), Marcelle Hainia (Emma Lestingois), Sévérine Lerczinska (Anne Marie), Jean Gehret (Vigour), Max Dalban (Godin), Jean Dasté (studente), Jacques Becker (poeta), Georges d’Arnoux (invitato alle nozze), Régine Lutèce (passeggiatrice), Jane Pierson (Rose, la vicina), Geneviève Cadix (ragazzina); Prod.: Michel Simon per Les Films Sirius/Michel Simon Productions; Pri. pro.: 11 novembre 1932. 35mm. D.: 84’. Bn.
Scheda Film
Boudu sauvé des eaux è un film dominato da un corpo, quello massiccio e lieve del geniale Michel Simon, alias il clochard Boudu, che ha la catastrofica vitalità di un bambino unita ad appetiti sessuali senza inibizioni. Salvato dalla morte per annegamento dalla generosità del libraio Lestingois, borghese bon vivant, e ospitato nella sua casa accogliente sul Lungosenna, lo ricambia sconvolgendo il tranquillo corso del suo tran tran, rovinando la sua relazione adulterina con la giovane serva e sputando sulle pagine di una rara edizione della Physiologie du mariage di Balzac. Il suo rapporto con le cose e il loro valore, con le regole dell’educazione e della creanza, è ispirato alla più beata e animalesca indifferenza e la sua presenza porta nella casa sporcizia, disordine e caos. Boudu è l’incarnazione stessa di una corporalità anarchica e per nulla rassicurante, indifferente alla gratitudine e al decoro, ma che non perde la sua innocenza infantile nemmeno quando approfitta di Madame Lestingois, da tempo trascurata dal marito. Dopo la tragedia de La Chienne, Renoir investì l’ordine coniugale borghese con un’ironia serena e devastatrice, girando con una libertà e leggerezza di scrittura che anticipavano i modi della Nouvelle Vague (anche nella scelta di esterni reali). Si ispirò ad una fortunata pièce di René Fauchois, sovvertendone completamente il senso: infatti nel testo Boudu si lasciava addomesticare alla vita borghese, mentre nel film rovescia la barca su cui stava attraversando la Senna con i testimoni delle nozze per farli cadere in acqua e riprendersi la sua libertà di vagabondo. Fauchois gridò al tradimento e il prefetto di Parigi chiese di tagliare alcune sequenze. Renoir e Simon (anche produttore del film) rifiutarono e il film fu temporaneamente proibito. Ma lo scandalo giovò alla sua vita commerciale. Michel Simon aveva interpretato la pièce anche sulle scene e fu l’attore a ispirare a Renoir il desiderio di girare il film: “Ho avuto una folgorazione: ho visto Michel Simon nei panni del clochard… Simon non era semplicemente un clochard tra gli altri, era tutti i clochard del mondo”.
Roberto Chiesi