ALICE ADAMS

George Stevens

Sog.: dal romanzo omonimo (1921) di Booth Tarkington. Scen.: Dorothy Yost, Mortimer Offner, Jane Murfin. F.: Robert De Grasse. M: Jane Loring. Scgf.: Van Nest Polglase. Int: Katharine Hepburn (Alice Adams), Fred MacMurray (Arthur Russell), Fred Stone (Virgil Adams), Evelyn Venable (Mildred Palmer), Frank Albertson  (Walter Adams), Ann Shoemaker (signora Adams), Hattie McDaniel (Malena), Charley Grapewin (J.A. Lamb), Grady Sutton (Frank Dowling), Hedda Hopper (signora Palmer). Prod.: Pandro S. Berman per RKO Radio Pictures. 35mm.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Forse niente è più straziante che fingere di essere ciò che non si è, e niente è più umiliante che farsi smascherare. Ma l’umiliazione può tradursi in un sentimento nobile quando, spogliati di ogni finzione, si giunge a un istante di dolorosa illuminazione. È questa l’essenza di Alice Adams, un serrato connubio di umorismo e pathos che viene generalmente visto come l’ingresso di Stevens tra i grandi. Questo primo adattamento sonoro del romanzo del 1921 di Booth Tarkington (una versione era stata diretta da Rowland V. Lee nel 1922) parla di snobismo in una città di provincia e di una ragazza di umili origini che tenta di farsi strada nella società, di essere riconosciuta e amata. Katharine Hepburn, i cui due film precedenti erano stati accolti sfavorevolmente, voleva William Wyler come regista ed ebbe invece Stevens, che inizialmente la sorprese e la sconcertò con la sua imperturbabilità e i suoi silenzi. Stevens rielaborò la sceneggiatura pensando alla Hepburn – anche lei fuori posto a Hollywood, dove fingeva di essere ciò che non era. Stevens alleggerì il ‘crescendo di sofferenza’ con scene comiche notevolmente efficaci. L’idea di guidare un trabiccolo viene da Two Tars e l’imbarazzante cena in famiglia è una rivisitazione di Pass the Gravy (Fred Guiol, 1928), altro film che vide Stevens nel ruolo di operatore. Anche la tematica dell’arrivista che cerca di migliorare la propria condizione sociale con esiti disastrosi non era estranea a Stevens, che continuò a rivisitarla da Annie Oakley (La dominatrice) a A Place in the Sun. Il finale originale del film, nel quale Alice cercava un lavoro, fu sostituito con qualcosa di più ottimistico. Come scherzo macabro, per irritare i dirigenti degli studios Stevens girò addirittura un finale che suggeriva il suicidio. La giornalista di gossip Hedda Hopper interpreta la signora Palmer, Hattie McDaniel ruba la scena nei panni della cameriera maldestra, e la performance di Fred Stone nel ruolo del padre debole e malandato è estremamente toccante. Alla fine delle riprese Hepburn e Stevens erano amanti. Barbara Leaming, biografa della Hepburn, sostiene che grazie a questa collaborazione l’attrice acquisì una fiducia in se stessa simile a quella del personaggio di Alice Adams e imparò a prendersi sul serio come artista. Il resto è storia.

Ehsan Khoshbakht

Copia proveniente da

Per concessione di Lobster Films