Gio

22/07

Cinema Arlecchino > 11:00

TWO TARS / ALICE ADAMS

James Parrott
Accompagnamento al piano di

Antonio Coppola (per Two Tars)

Info sulla
Proiezione

Giovedì 22/07/2021
11:00

Sottotitoli

Versione originale con sottotitoli

Modalità di ingresso

Tariffe del Festival

TWO TARS

Scheda Film

In questo inno all’anarchia motorizzata, i marinai in libera uscita Stanlio e Ollio noleggiano un’auto e rimorchiano le impertinenti Ruby e Thelma. Tra le migliori comiche a due rulli della coppia, Two Tars prefigura Week-end di Jean-Luc Godard e conferisce una dimensione epica al ‘rituale di distruzione collettiva’: nella scena culminante, gli automobilisti esagitati, intrappolati in un ingorgo, abbandonano ogni forma di civiltà e in assenza di torte si mettono a lanciare qualsiasi cosa capiti loro a tiro, fino a strappar via parti di automobili. Dopo la devastazione inizia una sfilata di veicoli dalle forme surreali che inseguono dentro un tunnel l’automobile di Laurel e Hardy, o quel che ne resta, per un ultimo climax. Le qualità eccezionali del film, più affine nello spirito alle stravaganze comico-meccaniche di Keaton che alle altre comiche, più addomesticate, di Stanlio e Ollio, sono merito del supervisore alla regia Leo McCarey e dello stesso George Stevens, operatore di trentacinque corti con Laurel e Hardy. Stevens, in precedenza non molto appassionato di comiche, osservò: “Laurel e Hardy erano clown meravigliosi, ma anche molto umani. Benché la storia non fosse sempre immediatamente presente nei loro film, la loro umanità li rendeva plausibili”. Fu sorpreso di scoprire che nei loro numeri ci fosse tanta verità e una “considerevole dose d’arte”. Stevens portò sempre con sé questa consapevolezza, tanto che fu lui a dirigerli nello sketch di Hollywood Party (La grande festa, 1934). Da Laurel e Hardy, e in generale dall’esperienza come operatore di film comici, Stevens imparò ad adattare la formula ‘incontro ritardato, reazione ritardata, esplosione’ – in altre parole, i tempi della commedia. Capì anche che sceneggiatura, posizione della macchina da presa e regia devono andare di pari passo e rimanere flessibili. Infine, guardando Laurel e Hardy, imparò a dirigere le scene coniugali.

Ehsan Khoshbakht

Cast and Credits

Sog.: Leo McCarey. Scen.: H.M. Walker. F.: George Stevens. M.: Richard C. Currier. Int.: Stan Laurel (Stan), Oliver Hardy (Ollie), Thelma Hill (Thelma), Ruby Blaine (Ruby), Harry Bernard (camionista), Edgar Kennedy, Chet Brandenburg, Baldwin Cooke (automobilisti). Prod.: Hal Roach. DCP.

ALICE ADAMS

Scheda Film

Forse niente è più straziante che fingere di essere ciò che non si è, e niente è più umiliante che farsi smascherare. Ma l’umiliazione può tradursi in un sentimento nobile quando, spogliati di ogni finzione, si giunge a un istante di dolorosa illuminazione. È questa l’essenza di Alice Adams, un serrato connubio di umorismo e pathos che viene generalmente visto come l’ingresso di Stevens tra i grandi. Questo primo adattamento sonoro del romanzo del 1921 di Booth Tarkington (una versione era stata diretta da Rowland V. Lee nel 1922) parla di snobismo in una città di provincia e di una ragazza di umili origini che tenta di farsi strada nella società, di essere riconosciuta e amata. Katharine Hepburn, i cui due film precedenti erano stati accolti sfavorevolmente, voleva William Wyler come regista ed ebbe invece Stevens, che inizialmente la sorprese e la sconcertò con la sua imperturbabilità e i suoi silenzi. Stevens rielaborò la sceneggiatura pensando alla Hepburn – anche lei fuori posto a Hollywood, dove fingeva di essere ciò che non era. Stevens alleggerì il ‘crescendo di sofferenza’ con scene comiche notevolmente efficaci. L’idea di guidare un trabiccolo viene da Two Tars e l’imbarazzante cena in famiglia è una rivisitazione di Pass the Gravy (Fred Guiol, 1928), altro film che vide Stevens nel ruolo di operatore. Anche la tematica dell’arrivista che cerca di migliorare la propria condizione sociale con esiti disastrosi non era estranea a Stevens, che continuò a rivisitarla da Annie Oakley (La dominatrice) a A Place in the Sun. Il finale originale del film, nel quale Alice cercava un lavoro, fu sostituito con qualcosa di più ottimistico. Come scherzo macabro, per irritare i dirigenti degli studios Stevens girò addirittura un finale che suggeriva il suicidio. La giornalista di gossip Hedda Hopper interpreta la signora Palmer, Hattie McDaniel ruba la scena nei panni della cameriera maldestra, e la performance di Fred Stone nel ruolo del padre debole e malandato è estremamente toccante. Alla fine delle riprese Hepburn e Stevens erano amanti. Barbara Leaming, biografa della Hepburn, sostiene che grazie a questa collaborazione l’attrice acquisì una fiducia in se stessa simile a quella del personaggio di Alice Adams e imparò a prendersi sul serio come artista. Il resto è storia.

Ehsan Khoshbakht

Cast and Credits

Sog.: dal romanzo omonimo (1921) di Booth Tarkington. Scen.: Dorothy Yost, Mortimer Offner, Jane Murfin. F.: Robert De Grasse. M: Jane Loring. Scgf.: Van Nest Polglase. Int: Katharine Hepburn (Alice Adams), Fred MacMurray (Arthur Russell), Fred Stone (Virgil Adams), Evelyn Venable (Mildred Palmer), Frank Albertson  (Walter Adams), Ann Shoemaker (signora Adams), Hattie McDaniel (Malena), Charley Grapewin (J.A. Lamb), Grady Sutton (Frank Dowling), Hedda Hopper (signora Palmer). Prod.: Pandro S. Berman per RKO Radio Pictures. 35mm.