Super8 & 16mm – Piccolo grande passo
A cura di Karl Wratschko e Mariann Lewinsky
Nel terzo appuntamento con questa sezione ampliamo la nostra panoramica sui film a passo ridotto. Negli ultimi due anni ci siamo limitati a presentare cortometraggi, ma la pellicola di piccolo formato è stata usata anche per girare lungometraggi, che rappresenteranno una parte fondamentale del programma di quest’anno. Proietteremo inoltre per la prima volta in Super8mm, un formato che raramente riesce ad approdare nelle sale cinematografiche.
Le tre filmmaker di quest’anno, Helga Fanderl, Annik Leroy e Trinh T. Minh-ha, appartengono tutte alla stessa generazione (nata tra il 1947 e il 1952). Ciò nonostante, le loro rispettive produzioni sono caratterizzate da un’impronta personale molto forte. L’edizione di quest’anno si concentra sulla pluralità: ci mostra la versatilità con cui l’espressione cinematografica può manifestarsi. Ciò che accomuna le tre artiste non è l’approccio cinematografico o il linguaggio, ma la perentoria volontà di realizzare opere autonome e molto personali. Questa selezione celebra quindi la singolarità e ci ricorda che l’indipendenza è ancora possibile in un mondo dominato da una produzione cinematografica ampiamente standardizzata.
L’artista del Super8 Helga Fanderl ha curato personalmente una selezione delle sue miniature cinematografiche. Fanderl usa una tecnica di ripresa in sequenza nella quale l’atto della percezione e l’atto del filmare coincidono. L’occhio della sua cinepresa cattura in modo fenomenologico, puro e autentico, elementi del mondo circostante che spesso sfuggono alla nostra attenzione. Vers la mer e In der Dämmerstunde – Berlin sono due lungometraggi di Annik Leroy, i cui film in bianco e nero girati in modalità flâneur sono guidati da un approccio critico alla storia europea. Reassemblage è il lavoro d’esordio dell’artista e teorica Trinh T. Minh-ha. Il suo film-saggio mette in discussione le convenzioni del cinema documentario e il suo potere di manipolare il punto di vista degli spettatori. Questo complesso studio visivo sulla vita delle donne nel Senegal rurale spinge così al limite le nostre aspettative.
Infine, ma non meno importanti: tutti i formati. Spesso agli albori del cinematografo i registi inventavano e costruivano le proprie apparecchiature di ripresa e proiezione. È ancora così. Ogni tanto capita che un regista, insoddisfatto della tecnologia che ha a disposizione, si trasformi in inventore. È successo non molto tempo fa a Praga, dove Jan Kulka ha costruito un proiettore prodigioso, l’Archeoscopio. Diversamente da quel che accade nel cinema convenzionale, qui il cineasta è parte integrante della performance. Kulka installerà il suo Archeoscopio al centro di una sala cinematografica del nostro festival e presenterà due programmi pieni di meraviglie, compresa la proiezione di merletti, cristalli di sale, pluriball.
Karl Wratschko e Mariann Lewinsky
Programma
IN DER DÄMMERSTUNDE – BERLIN
IN DER DÄMMERSTUNDE – BERLIN
VERS LA MER
VERS LA MER
REASSEMBLAGE
REASSEMBLAGE
HELGA FANDERL: FILM LIVE