Vedute dall’impero Ottomano 1896-1914
C’è una vecchia battuta filosofica che dice: “Un mistico corre nel deserto gridando: ‘Io ho la risposta, chi ha la domanda?’”. Questa sezione-cum-workshop ha visto la luce a causa d’un sentimento simile: ci siamo imbattuti, nelle collezioni degli archivi europei, in una quantità di film del periodo 1896-1914, girati nei territori dell’Impero ottomano, e crediamo che essi contengano risposte per un pubblico in possesso delle giuste domande.
Sconosciute, dimenticate, occultate dietro il muro della Grande guerra che segnò la fine degli imperi sovranazionali, queste immagini in movimento di più d’un secolo fa esistono ancora e meritano di essere proiettate e viste, oggi. La portata del loro interesse va chiaramente al di là della storia del cinema; potrebbero dimostrarsi documenti rilevanti per i popoli di quelle parti del mondo, e materiale prezioso per specialisti capaci di situarne i contenuti all’interno di un più ampio contesto storico e culturale.
La maggior parte dei film riguardanti il passato ottomano appartengono alla non-fiction, e sono travelogues, film industriali o attualità. Fin dalle origini, gli operatori cinematografici hanno viaggiato in molte parti del mondo, compreso l’Impero ottomano – l’Asia Minore, il Vicino Oriente, i Balcani e il Nord Africa – , tornando a casa con immagini esotiche da mostrare alle platee d’Europa. Le vedute o scènes de plein air rappresentano la forma più antica. Poi il cinema evolve in intrattenimento di massa, e nel proliferare di ‘generi’ come le scene comiche, le scene di danza e i drammi, l’Oriente immaginario fa la sua comparsa sugli schermi con tutto il repertorio di odalische, pascià e incantatori di serpenti, con adattamenti di favole e da ultimo (in tutti i sensi) con i drammi a sottotesto colonialista.
Con Vedute dall’Impero ottomano 1896-1914 presentiamo, per la terza volta, un programma emerso ‘naturalmente’ dalle ricerche svolte per la sezione Cento anni fa – dopo le serie dedicate alle Attrici comiche e suffragette (2008) e ad Albert Capellani (2010-2011). Alcuni film sono stati mostrati in passate edizioni del Cinema Ritrovato; tra questi diversi titoli provenienti dalle due più grandi collezioni di cinema delle origini (e di tutti gli anni Dieci), la Joye Collection ora conservata al BFI di Londra e la Desmet Collection ora ad EYE Filmmuseum di Amsterdam. Altri sono stati restaurati per l’occasione. Film orientalisti sono presenti anche nella sezione Cento anni fa. Intorno al 1914, nei capitoli Il cinema e la moda e L’antichità e il cinema muto.
Programma a cura di Mariann Lewinsky