Ritrovati e Restaurati 2010

LUMIÈRE!

Lumière! è una selezione tematica di film girati da Louis Lu- mière e dai suoi operatori a partire dal 1895 in Francia e in tutto il mondo, scelti tra i 1425 film del catalogo Lumière.

Questo montaggio permette di (ri)scoprire le primissime immagini in movimento proiettate su uno schermo fin dal 22 marzo 1895, i film degli operatori Lumière che a partire dal 1896 furono mostrati in tutto il mondo ma anche le pellicole a colori ottenute con l’autocromia e i film in rilievo realizzati da Louis Lumière a metà degli anni Trenta.

Nella selezione saranno presenti i film della prima proiezione pubblica a pagamento del Cinématographe, che si svolse il 28 dicembre 1895 al Grand Café di Parigi. Quel giorno trentatré spettatori scoprirono i primi attori: gli operai delle officine Lumière (Sortie d’usine), un monello che innaffia un giardiniere, oggi il più celebre del mondo (L’Arroseur arrosé), Auguste Lumière in persona, con la moglie e la figlia Andrée (Repas de bébé). E poi Lione nel 1895, città natale del Cinématographe, i suoi luoghi più famosi (Bellecour o Cordeliers), le strade animate (Concours de boules), e la ferrovia (La gare de Perrache); i figli di Louis e Auguste Lumière filmati dal padre (o dallo zio!), attento a ogni minimo movimento, sguardo, gesto (La petite fille et son chat, Enfants jouant aux billes); la Francia che si diverte o che lavora, alla riscoperta delle tradizioni passate o dei vecchi mestieri (Saut à la couverture, Défournage du coke). E i paesi stranieri: da Mosca a Washington, dal Messico a Londra, da Roma a Tokyo, questi film fecero scoprire per la prima volta nella storia dell’umanità “il mondo al mondo”. Nel 1897 la società Lumière aveva già organizzato ottocentomila spettacoli.

I film Lumière contengono già le gag e le situazioni comiche che presto ritroveremo in Georges Méliès e Max Linder. E questo è ciò che resterà della primissima estetica cinematografica, le immagini indimenticabili e gli sguardi dei primi operatori sul mondo del XIX secolo: una traccia lasciata da Lumière per tutti i loro figli, i milioni di registi dilettanti o professionisti che hanno fatto la storia del cinema (Vue prise d’une baleinière en marche, Panorama pris d’une chaise à porteur).

Questo montaggio è stato realizzato dall’Institut Lumière. I film sono stati restaurati dagli Archives Françaises du Film e dalla Cineteca di Bologna.

(Institut Lumière, Lione)

 

Un importante e appassionante progetto di restauro digitale promosso dall’Institut Lumière di Lione e realizzato presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata della Cineteca di Bologna.

Novantatré film del catalogo Lumière sono stati scansionati a partire dai materiali originali esistenti. Nella maggior parte dei casi si è partiti dai negativi originali con perforazioni Lumière che sono stati digitalizzati con un sistema di scansione appositamente creato per materiali d’archivio che consente di lavorare pellicole ristrette o con sistemi di perforazione fuori standard.

I successivi interventi di pulizia digitale, stabilizzazione e correzione colore hanno permesso a questi film di rivivere sul grande schermo con una bellezza e brillantezza che si credevano perdute.

L’operazione si è rivelata particolarmente riuscita non solo per i piccoli gioielli dimenticati ma anche per i film più noti che, scansionati direttamente da negativo, hanno rivelato una ricchezza di dettagli e particolari che si credevano perduti.

I film restaurati sono stati montati dall’Institut Lumière in modo da costituire un programma della serata diviso in 10 capitoli in un crescendo di spettacolarità che mostra anche i primi film a colori con il sistema authocrome e gli esperimenti del sistema anaglifo che i fratelli Lumière sperimentarono negli anni ‘30.

(Elena Tammaccaro)

 

Quando si guarda un film di Lumière lo si trova subito molto spontaneo. Ci si dice: “è frutto del caso”. Inizia con un tram che entra nell’immagine a destra, finisce con un tram che entra nell’immagine a sinistra. Credete che sia un caso? Niente affatto. L’operatore ha fatto una selezione; ha guardato per un certo tempo come andavano le cose; ha scelto il punto di vista migliore ed è riuscito a fare la cosa più straordinaria e di cui ci si dimentica: è riuscito a mettere nell’immagine, in pochi secondi, senza cambiare posto alla macchina, un massimo di piani: ci sono primi piani, piani ravvicinati, piani americani, piani d’insieme. Non è un caso: è scienza. (…)

La cosa più grande dei film Lumière sta nel fatto che essi non hanno fatto vedere la storia, ma la vita. E la vita non significa quello che si pensa così sulle prime, e cioè che ci si sia messi in un punto qualunque e si siano fatte vedere delle persone che passavano per la strada… la vita è qualcosa di più profondo, ed è per questo che i film Lumière hanno tanta importanza. La vita non è solo l’oggetto esterno, è l’aspetto, è la filosofia dell’epoca, è l’arte dell’epoca, il pensiero dell’epoca, il modo di vita dell’epoca. (…)

La cosa essenziale delle riprese di Louis Lumière è proprio quella che indica il suo nome, la luce, la leggerezza della luce, la profondità, il rilievo. C’è qualcosa di stereoscopico che viene dalla luce, per questo la stampa dei film Lumière è estremamente importante. Ho fatto stampare i film Lumière con procedimenti dell’epoca, con bagni dell’epoca, quindi con la loro lentezza. E quando li abbiamo proiettati a Venezia, era come vedere il sole. Erano raffinati quanto i più raffinati film della nostra epoca.

(Henri Langlois, dal film Les Frères Lumière (1966) di Eric Rohmer)

Sezione a cura di Peter von Bagh, Gian Luca Farinelli e Guy Borlée