Progetto Chaplin 2015

Programma a cura di Cecilia Cenciarelli

 

Per sedici anni consecutivi Il Cinema Ritrovato ha tenuto a battesimo il restauro di uno o più film di Charlie Chaplin che, proiettati in Piazza Maggiore, sono riusciti con la stessa potenza a trascinare migliaia di anime dentro un’unica, oceanica, risata. Ogni anno abbiamo tentato di condividere le scoperte (più o meno rilevanti) emerse dall’esplorazione dell’archivio Chaplin e di offrire momenti di incontro per discutere le complessità estetiche, metodologiche e tecniche inerenti ai singoli restauri.
Così, anche se Chaplin non calcherà lo schermo di questa edizione, o forse proprio in virtù di questa assenza, crediamo che il Progetto Chaplin goda ormai di vita propria e sia per questo destinato a sopravviverci. Pensiamo cioè di aver lanciato in orbita una serie sufficiente di riflessioni, quesiti e ipotesi ragionate da attrarre ormai, quasi spontaneamente, nuovi ritrovamenti. È il caso di questo fondo inedito ancora avvolto in un ‘mystère Léger’, che si aggiunge all’insieme di opere – collage, dipinti, poemi e animazioni – con cui gli artisti delle avanguardie europee degli anni Venti e Trenta celebrarono la modernità di Charlot. Stilisticamente distanti dalle illustrazioni di Léger per il cinepoema di Yvan Goll Die Chapliniade, e alle tavole che ritraggono lo ‘Charlot scomposto’ pensate per l’animazione Charlot Cubiste (e confluite in Ballet mécanique), questi disegni sono probabilmente riconducibili al gruppo di allievi di Léger, come indicato sul retro di una delle tavole: “3me étude par l’Atelier de Fernand Léger Paris 1935” e a un progetto editoriale del 1917 intitolato Les 24 heures de Charlot.
Se di ritrovamento vero e proprio non si può parlare rispetto al fondo Jerry Epstein, preservato negli anni dai suoi eredi, stupisce comunque per ricchezza il lotto di foto e documenti legati alla sua collaborazione con Chaplin e recentemente acquisito dall’Association Chaplin. In particolare il materiale inerente a The Freak, complementare rispetto a quello già presente all’interno dell’archivio Chaplin, rivela come la produzione di questo film sia andata più avanti di quanto si sapesse.
L’omaggio a Jerry Epstein è stato messo in cantiere la scorsa estate insieme a Peter [von Bagh] durante l’ultima delle molte colazioni afose rubate all’entropia del festival. L’idea delle ‘filiazioni’ era stata sua e si ironizzava spesso sul fatto che Chaplin non avrebbe sicuramente gradito un programma interamente dedicato ai meriti altrui. Peter era particolarmente incuriosito dalla figura di Jerry Epstein da quando aveva saputo che era stato l’uomo decisivo per la realizzazione della Contessa di Hong Kong che, come ripeteva provocatoriamente da anni, era di gran lunga il suo Chaplin preferito.
Un sincero ringraziamento a Kate Guyonvarch e all’Association Chaplin, a Susan Brand e Brenda Watkinson.

Cecilia Cenciarelli