Omaggio a Len Lye

È sufficiente un secondo per pronunciare il nome di Len Lye, ma ci vuole molto di più per riuscire a spiegare il personaggio. Nato nel 1901 a Christchurch, Nuova Zelanda, morto a New York nel 1980, inizialmente aveva studiato design pubblicitario, ma è altrove che trovò la sua vera ispirazione: nell’arte “primitiva” dei Maori, degli aborigeni e degli abitanti delle isole del Sud Pacifico, nel modernismo europeo, nelle strutture cellulari degli esseri viventi, nel movimento quotidiano del cielo e delle acque. Il cinema non lo ha sedotto per il suo potenziale narrativo, ma per la possibilità di dare movimento alle geometrie astratte, dapprima per mezzo di animazione convenzionale e pittura applicata direttamente sulla celluloide. Col tempo passò anche alle riprese live-action ma, in 50 anni di carriera cinematografica trascorsa in Inghilterra e in America, l’industria cinematografica mainstream non lo ha mai affascinato. Là dove si era avventurato Len Lye, altri lo hanno seguito, come Norman McLaren, Hilary Harris e Stan Brakhage, maestri lirici del cinema astratto. Agli occhi dei suoi colleghi Lye era “un marziano”, straordinariamente originale nell’aspetto e nei principi artistici. Nell’Inghilterra degli anni ’30, le persone che indossavano maglioni arancioni, orribili pantaloni verdi e un cappello bianco davano senz’altro nell’occhio. Arrivò dall’Australia nel 1926, iniziò a dipingere, a fare sculture e dopo due anni di lavorò terminò Tusalava, un film d’animazione inquietante e dal significato oscuro, in cui si vedevano forme biologiche impazzite. Ma durante tutta la sua successiva permanenza in Inghilterra, la necessità di finanziamenti lo spinse a tornare ai filmati pubblicitari. La nostra selezione, che attinge per lo più dalla collezione del National Film and Television Archive, si concentra sulle opere realizzate da Lye durante gli anni ’30 e ’40. A prima vista questi filmati sembrano semplicimente pubblicizzare le tariffe delle poste britanniche o consigliare ai cuochi come preparare un tortino di verdure in tempo di guerra, ma il loro vero soggetto resta sempre la straordinaria e incontenibile immaginazione di Lye.

A Colour Box, dove un pennello pulsante danza a un ritmo caraibico, nel 1935 diede il via alla sua collaborazione con il dipartimento cinematografico del General Post Office britannico. L’interesse di Lye per le nuove tariffe postali economiche era pari a zero, ma questa pubblicità gli permise di raggiungere un pubblico più ampio rispetto a qualsiasi altro artista cinematografico sperimentale britannico prima di lui, e i suoi colori vibranti riuscirono ad avere un enorme impatto, in un’epoca in cui gran parte della programmazione cinematografica restava ancora in bianco e nero.

La seconda guerra mondiale portò con sé cambiamenti inevitabili. Durante il conflitto, invece di pubblicizzare i servizi degli uffici postali, Lye offrì il suo cervello e i suoi occhi alla propaganda: dalle ricette di cucina (When the Pie was Opened) alla necessità di riciclare i tubetti di dentifricio (Tin Salvage). Nel 1943 passò ai newsreel e nel 1944 era già in America a realizzare March of Time. Sempre in America, negli anni ’50 ritornò a lavorare al suo cinema personale, ma i finanziamenti erano scarsi, e alla fine preferì dedicarsi alle sculture cinetiche. Ecco chi era Len Lye. Adesso sta a noi rendergli omaggio.

Geoff Brown