L’età d’oro della Warner. Gli ultimi giorni di libertà
Uno dei grandi momenti dell‘edizione 2007 del nostro festival è stata la rassegna dedicata ai primi film sonori di Michael Curtiz, prodotti dalla Warner Bros. sull‘onda del successo che lo studio ottenne grazie all’avvento del sonoro. Quest’anno cercheremo di fare di meglio con una manciata di titoli della stessa casa di produzione, film che seppero dar vita a un indimenticabile ritratto dell’America popolare negli anni della Depressione. La nostra rassegna comprende The Last Flight di William Dieterle (1931), il più grande dei “film alla Fitzgerald” sulla generazione perduta; One Way Passage di Tay Garnett (1932), uno dei più bei film d’amore di tutti i tempi; Heroes for Sale di William Wellman (1933), cupa vicenda di veri eroi di guerra sulla strada della dannazione a causa dell’anonima Buona Società, poi alle prese con la Grande Crisi; e Three on a Match di Mervyn LeRoy (1932), che in appena 63 minuti riesce a cogliere tutti i segreti di una società divisa tra ricchi e poveri. Si tratta della “genialità di un sistema” al meglio delle proprie capacità, in cui registi tuttofare lavoravano in condizioni da catena di montaggio supportati da produttori come Hal Wallis, creando opere significative tanto quanto quelle dei loro colleghi più famosi. È il caso, per esempio, di un film come Employees’ Entrance (Roy Del Ruth, 1933), con il suo torvo ritratto del sistema capitalista. La rassegna sarà coronata ancora una volta da Mr. Curtiz con il suo 20,000 Years in Sing Sing (1932), con le immagini delle ombre del carcere che indugiano sulle pareti come lame di una ghigliottina. Soprattutto si tratta di film che precedono il Codice Hays, pieni di una buona dose di cinismo e di schietto realismo sulla natura degli esseri umani, ma sempre con un onesto approccio democratico. Sono film che preparano il terreno all’epoca in cui lo slogan della Warner – “buoni film con buoni cittadini” – troverà infine piena giustificazione.
Peter von Bagh