LEOPOLD LINDTBERG: LA SVIZZERA E IL MONDO

A cura di Frédéric Maire, Cinémathèque suisse

Caso unico nella storia del cinema svizzero, la società Praesens-Film – che ha prodotto tutti i diciotto lungometraggi di finzione girati da Leopold Lindtberg – è ancora  in attività, cento anni dopo la sua nascita. Fondata il 19 marzo 1924 dall’ingegnere civile svizzero (ma di origine austro-ungarica) Lazar Wechsler e dal pioniere dell’aeronautica svizzera Walter Mittelholzer, la Praesens-Film produce inizialmente vari filmati promozionali o su commissione (diretti in particolare da Hans Richter o Walter Ruttmann). Si lancia poi, con l’aiuto di registi stranieri, in progetti più ambiziosi, tra i quali un film sul tema dell’aborto ambientato a Zurigo, Frauennot Frauenglück (1929), supervisionato da Ėjzenštejn, e alcune coproduzioni tedesche come Kuhle Wampe oder: Wem gehört die Welt? (1932), diretto da Slatan Dudow con la collaborazione di Bertolt Brecht.
Dopo il 1933, la società si concentra sulle produzioni nazionali, alternando film di genere (gialli, melodrammi, film storici) con opere a sfondo morale e patriottico, prefigurando gli ‘Heimatfilm’ di successo prodotti nel dopoguerra – in particolare il famoso Heidi di Luigi Comencini (1951) e il suo seguito Heidi und Peter di Franz Schnyder (1955), primo lungometraggio svizzero a colori.
Il successo della Praesens-Film è legato al Schauspielhaus di Zurigo, il più grande teatro della città, che, dal 1933 in poi, accoglie numerosi attori, registi, scenografi e tecnici che lasciano la Germania e l’Austria per venire a lavorare in Svizzera. Tra di loro, appunto, il viennese Lindtberg, nato nel 1902, attore e regista teatrale, che Wechsler ingaggia nel 1935 e fa esordire dietro la macchina da presa con la commedia Jä-Soo. Il suo film successivo, Füsilier Wipf (1938), sulla mobilizzazione del 1914-18, è un successo nazionale, e segna la prima collaborazione del regista con lo sceneggiatore Richard Schweizer. Insieme firmano anche il notevole giallo Wachtmeister Studer (1939), interpretato da Heinrich Gretler e tratto dai romanzi di Friedrich Glauser.
Con l’inizio del secondo conflitto mondiale, Lindtberg realizza opere sempre più impegnate sul versante sociale e politico. Dirige in particolare due film di stampo umanistico che aprono alla Praesens-Film il mercato internazionale: Marie-Louise (1944), sui bambini francesi accolti in Svizzera durante la guerra, vince l’Oscar per la miglior sceneggiatura; Die Letzte Chance (1945), premiato a Cannes e ai Golden Globes, evoca con forza il destino dei rifugiati ebrei. Dopo la guerra, con Die Vier im Jeep (1951), Lindtberg ricostruisce la ‘sua’ Vienna occupata dagli alleati e vince l’Orso d’Oro al Festival di Berlino.
I figli della tempesta (Unser Dorf, 1953), premiato anch’esso a Berlino e presentato a Cannes, è il suo ultimo film. Lindtberg sceglie di dedicarsi alla televisione e al teatro, non trovando un proprio spazio e non riconoscendosi più nel cinema prodotto nel suo paese di adozione.

Frédéric Maire