La fragile felicità: Musical tedeschi degli anni ’30
Nei primi anni del cinema sonoro, la tradizione dei musical tedeschi era seconda per importanza solo a quella di Hollywood. Il suo periodo d’oro si colloca tra gli anni in cui le opere vivaci, dinamiche e poetiche di Lubitsch dominavano un panorama altrimenti costituito da riprese di spettacoli musicali piuttosto mediocri e meccaniche, e gli anni del periodo d’oro di Busby Berkeley, che ebbe inizio nel 1933. In quel momento la Germania stava vivendo una fatale fase di svolta, e anche se negli anni successivi uscirono diversi film estremamente interessanti (Viktor und Viktoria e Amphitryon di Schünzel, e soprattutto Glückskinder di Paul Martin, il musical tedesco di più chiara influenza americana), il suo apice era ormai passato e il musical come genere stava andando incontro a un destino meno propizio di quello che aveva vissuto prima del 1933.
Quel breve periodo, intensamente creativo, fiorì sotto la guida di registi quali Charell, Martin, Berger, von Bolvary e vide la partecipazione di maestri estremamente versatili come Joe May, per non parlare di Max Ophuls e del suo Die verkaufte Braut. Questi film sono intrisi di canzoni, di musica e di un’impalpabile atmosfera di felicità. La macchina da presa è perennemente in movimento e viene a crearsi uno straordinario senso di continuità, affascinante e naturale, tra le scene in interni e quelle in esterni, tutte dominate dalla medesima luce e leggerezza.
I numeri musicali di questi film costituiscono in sé uno spettacolo vitale, lontano dalla semplice performance filmata, e presentano una combinazione di elementi che anticiparono On the Town di Donen e Kelly. La macchina da presa sembra essere ubiqua, esprimendo ancora una volta una trionfante fiducia nei confronti dell’uomo, sentimento che verrà tanto profondamente tradito dagli eventi della vita reale. Le grandi tradizioni (il sentimento dell’operetta e l’ironia del cabaret e della rivista) erano presenti sotto la superficie, indifferentemente dal tema e dall’ambiente rappresentati. Il musical tedesco costituì una catena di eventi che influenzò profondamente le fortune delle cinematografie europee, se non altro per il fatto che film come Der Kongress tanzt uscirono in tre diverse versioni. Fu grazie a compositori come Friedrich Hollaender, Werner R. Heymann, Franz Wachsmann (il futuro Franz Waxman), Mischa Spoliansky, Walter Jurmann, Franz Doelle e a stelle come Willy Fritsch, Lilian Harvey, Heinz Rühmann, Paul Hörbiger, Käthe von Nagy, Hans Albers, Dolly Haas, i Comedian Harmonists, che tutto riusciva a sembrare così incredibilmente commovente ed eterno.
Peter von Bagh