La Cinefilia Ritrovata 2012
Siamo sicuri di conoscere la cinefilia? La domanda pare oziosa: la cinefilia è quella cosa che nasce negli anni Quaranta del dopoguerra, dopo il suo precoce esordio negli anni Venti di Delluc ed Epstein, e si sviluppa con i “Cahiers du Cinéma” per poi proseguire in tante diverse forme, e infine approdare all’oggi, tra tentazioni fanatiche e spirito resistenziale. Questo racconto sarebbe sostenibile se le cose, in epoca recente, non fossero cambiate così rapidamente. Il vero problema della cinefilia, nel corso degli ultimi due decenni, è stato infatti quello di apparire rinchiusa in una dimensione nostalgica, conservatrice e autoritaria, anche quando non lo era affatto. E invece, grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie (che secondo alcuni dovevano dissolvere una volta per tutte l’esperienza cinefila), ecco affacciarsi nuove forme e nuovi soggetti in grado di rivitalizzare l’amore per il cinema. Da una parte, il proliferare di blog e piattaforme online si è sbarazzato del suo presunto dilettantismo per approdare a una cura informativa, a un enciclopedismo appassionato e a una qualità discorsiva davvero rimarchevoli. Dall’altra, anche i luoghi classici della cinefilia hanno avvicinato i nuovi media per riavviare e coniugare in forme inedite il rapporto amoroso con il film. Ne sono un esempio: le edizioni digitali sempre più accurate e ineccepibili della maggiori etichette specializzate in storia del cinema, i restauri digitali e le conseguenti proiezioni 2K in sala all’interno dei più importanti festival (a cominciare dal Cinema Ritrovato), i siti online di autorevoli istituzioni cinematografiche, l’approdo al web e al blog da parte dei maggiori critici europei e angloamericani, la nascita di straordinarie riviste digitali open access dedicate ai film studies. E così, mentre il film migra anche su altri schermi, la cinefilia ‘in sala’ sta creando un movimento eccitante e sorprendente proprio perché non si basa su un atteggiamento di sfiducia nei confronti del ‘nuovo’ e del cosiddetto tramonto dell’aura cinematografica, bensì pensa a rilanciarla in altre forme. Il vivacissimo panorama della nuova cinefilia, o della cinefilia (ri)trovata, si conferma anche per il deciso abbassamento anagrafico dei protagonisti che ne fanno parte.
Il Cinema Ritrovato 2012 avvia una ricognizione di questo universo, con il desiderio di far dialogare le varie generazioni della cinefilia, da quella classica alle più recenti, e con l’ambizione di aprire un osservatorio permanente sulle trasformazioni in atto. Esse, infatti, non sembrano risparmiare alcun aspetto del fare cinema e del pensare cinema. Se le rivoluzioni tecnologiche hanno modificato le fondamenta stesse della realizzazione dei film, tanto che nessun titolo oggi in sala può dirsi indipendente da svariati interventi della tecnica digitale, ciò ha comportato dei mutamenti profondi anche nelle sfere del pensiero e della divulgazione del film. In buona sostanza: nella cultura cinematografica. Tutti i soggetti che operano nel campo del cinema e che vengono accostati alla cinefilia sono coinvolti in questi mutamenti epocali. Pensiamo ai critici, il cui lavoro è stato messo a serio rischio dal proliferare di recensioni gratuite e di risorse presenti sul web, ma che d’altra parte hanno trovato online spazi di manovra impensabili e offerto approfondimenti impossibili da realizzare in precedenza: più in generale, dopo anni di inesorabile marginalizzazione, è l’intero comparto di ‘discorsi sul film’, critica in testa, ad aver dimostrato che c’è un largo pubblico mondiale che i film, oltre che vederli, ha voglia di sentirli commentare e analizzare, al contrario di quanto sostenuto dai fautori della ‘morte della critica’. Ancora, i docenti universitari si devono misurare con la cinefilia orizzontale all’epoca di YouTube e riformulare le proprie posizioni nei confronti del canone storiografico e della sfida posta dalla nuova cinefilia. I festival, parte integrante del rilancio di una esperienza cinefila, basano la propria esistenza sulla ricerca e selezione di pellicole in un contesto di proliferazione dei titoli che si girano in tutto il mondo ogni anno sempre più impressionante; al tempo stesso i festival specializzati realizzano interessanti alleanze con l’editoria digitale, il web e la creazione di nuove comunità spettatoriali. Anche nelle professioni legate agli eventi cinematografici, alle Cineteche e agli enti di conservazione, emergono sempre più le figure dei curators, in grado di muoversi agilmente tra storia del cinema, archivi e nuove tecnologie, non di rado addestrandosi a un sapere imprenditoriale che permetta loro di offrire trasversalmente contenuti a diversi committenti. Le etichette di DVD, Blu-Ray e Home video, oltre a presentare listini di alta qualità e risoluzione digitale di titoli classici, hanno moltiplicato le modalità di distribuzione attraverso il web, con la possibilità di scaricare o di vedere legalmente in streaming i film più importanti, non di rado aiutati dai consumatori più consapevoli, una sorta di platea di cinefili motivata e severa nel partecipare attivamente alle scelte dell’editore di riferimento.
In più, le grandi piattaforme online come IMDb o Mubi si strutturano ormai come social network della cinefilia, in alcuni casi coinvolgendo i lettori come controllori della precisione dei dati enciclopedici offerti e in altri condividendo attraverso la passione per il cinema lo spirito di ricerca verso film sconosciuti, cineasti indipendenti, cinematografie rare, fino a costituire le prime, vere forme di distribuzione alternativa per le opere che non trovano la via della sala di prima visione.
Insomma, il panorama è in grande fermento, il cinema come linguaggio e immaginario si mostra più vivo che mai, e soprattutto l’eredità della storia del cinema – che già si mostra vivissima come catalogo novecentesco per altre forme espressive, dall’arte contemporanea alla live performance art – esibisce uno stato di salute eccellente. Ecco perché il ‘paradiso dei cinefili’ non può che guardare con attenzione a questi fenomeni e candidarsi a punto d’incontro tra cinefilia classica e contemporanea, ospitando i massimi rappresentanti di tutte le categorie che lavorano nella cultura cinematografica per un primo, vasto bilancio dell’esperienza cinefila nell’epoca del digitale.
(Roy Menarini)
Programma a cura di Peter von Bagh, Gian Luca Farinelli, Roy Menarini e Guy Borlée