I Velle, un affare di famiglia 1900-1930. Gaston, Maurice e Mary Murillo

Programma a cura di Mariann Lewinsky e Luke McKernan

 

La storiografia del cinema delle origini è lacunosa quanto i film superstiti. Stiamo ancora indagando su nomi, associazioni e legami che ci aiutino a comprendere meglio le radici di quella storia. È il caso delle recenti ricerche sulla dinastia Velle/O’Connor, tra magia, women’s film, esperimenti con il colore e molto altro.
Gaston Velle, figlio di un prestigiatore e prestigiatore egli stesso, realizzò féeries e film a trucchi per la Pathé. Figura di spicco del cinema delle origini, fu ingiustamente messo in ombra dai contemporanei Georges Méliès e Segundo de Chomón. Il figlio di Gaston, Maurice Velle, operatore di talento fino a oggi sottovalutato, negli anni Venti lavorò nel cinema francese prima di tentare senza successo la fortuna con il procedimento a colori Francita (noto anche come Opticolor). Compagna di Maurice Velle per alcuni anni fu la britannica Mary Murillo (vero nome Mary O’Connor), che nel cinema americano degli anni Dieci brillò come sceneggiatrice firmando film di successo per Theda Bara, Norma Talmadge e molte altre: il suo lavoro è finalmente oggetto di riscoperta e valorizzazione nell’ambito del crescente interesse per la storia del cinema muto fatto dalle donne.
La storia dei Velle e di Mary O’Connor abbraccia trent’anni di cinema tra Francia, Italia, Gran Bretagna e Stati Uniti, dai fratelli Lumière a J. Arthur Rank. Questa breve rassegna illustra la varietà della loro produzione, dai film di magia di Gaston alla fotografia di Maurice per il sontuoso La Princesse aux clowns (1924), sceneggiato da Mary Murillo, che contribuì anche alla scrittura di The Heart of Wetona (1919), costruito su misura per Norma Talmadge, e di due film sonori, Mon gosse de père (1930) – con un Adolphe Menjou in forma smagliante – e il delizioso My Old Dutch (1934).

Luke McKernan

 

Ringraziamo i nipoti e il pronipote di Mary Maurillo e Maurice Velle, Chris Bacon, Jean Lelec e Nicholas Bacon, oltre a Jean-Marc Lamotte dell’Institut Lumière, che ci hanno gentilmente aiutati nella nostra ricerca. Jean Lelec in particolare ci ha generosamente fornito immagini e documenti.

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