Cento anni fa: i film del 1903

In occasione del Convegno della FIAF a Brighton, nel 1978, ha fatto la sua apparizione una nuova (ma al tem-po stesso antica) area di ricerca cinematografica: il “cinema dei primi tempi”. Sebbene il “Progetto di Brighton” prendesse in esame gli anni dal 1900 al 1906, questa nuova area di intensa ricerca e studio ha riguardato un periodo più ampio. Se per “cinema dei primi tempi” indi- chiamo approssimativamente i primi due decenni della sua storia, il 1903 si viene a trovare all’incirca a metà di questo periodo. Non stiamo più considerando gli anni delle prime invenzioni cinematografiche o delle prime proiezioni, che hanno avuto luogo a livello internazionale entro il 1900. Tuttavia, non prendiamo ancora in esame neanche quel fenomeno, avvenuto tra il 1905 e il 1909, che André Gaudreault ha definito l’istituzionalizzazione del cinema: l’era dell’industrializzazione della produzione cinematografica, della razionalizzazione della distribuzione e dell’affermarsi dei film come spettacolo autonomo (e non più come segmenti del vaudeville, del café chantant o degli spettacoli di varietà). Se è vero che spesso il cinema degli esordi appare come un fenomeno nomade e proteiforme, ancora in cerca di una propria identità e capace di assumere svariate forme davanti a pubblici differenti, nel 1903 i modi che ne definiscono l’essenza appaiono ancora molteplici, senza che nessuno di essi rivendichi una propria superiorità.

I cinque programmi che abbiamo selezionato cercano appunto di riflettere questa molteplicità. Visto in retrospettiva, il 1903 si distingue per essere stato l’anno in cui hanno fatto la loro comparsa alcuni film con intrecci più lunghi e ambiziosi. Che si tratti delle pantomime fiabesche di Méliès (Le Royaume des fées), di Pathé (La Poule merveilleuse) o di Hepworth (Alice in Wonderland); o che si considerino i crime dramas di Edison (The Great Train Robbery) e di Hepworth (Daring Daylight Burglary), o le pittoresche ricostruzioni storiche (Rise and Fall of Napoleon the Great) e le produzioni di derivazione teatrale (Uncle Tom’s Cabin), tutte queste pellicole superano in durata gran parte degli altri film prodotti nel 1903, e presentano le varie vicende attraverso la concatenazione di diverse riprese. Tuttavia, lo studio degli esordi del cinema ci ha insegnato a non considerare questo periodo unicamente come momento di passaggio verso film più lunghi e dalla struttura narrativa più complessa.

Questi programmi mettono inoltre in luce l’enorme vitalità dei film più brevi; le gag fulminee, i film a trucchi, tutti quegli esempi di film non narrativi che tipizzano ciò che io definisco “cinema delle attrazioni”. In questo tipo di cinema, la storia narrata assume un ruolo secondario, e l’accento è posto piuttosto sulla possibilità di offrire direttamente allo spettatore una dose di piacere visivo. Se i film narrativi appaiono più familiari agli spettatori radicati nel cinema classico e moderno, spero che i programmi proposti possano evidenziare i piaceri e le sorprese visive che il cinema può offrire anche al di fuori della narrazione. Inoltre, gli stessi film narrativi sembrano bilanciare l’interesse dello sviluppo della trama con momenti di stupore, in cui il pubblico resta a bocca aperta quando un criminale spara a bruciapelo dallo schermo o quando un mostro si trasforma davanti ai suoi occhi.

Tom Gunning