Gio

30/06

Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 14:30

PROTÉA / SERPENTIN FAIT DE LA PEINTURE / On the Trail of the Tigress

Victorin-Hippolyte Jasset

Per PROTÉA, accompagnamento al piano di John Sweeney. Introduce Emilie Cauquy

A seguire, SERPENTIN FAIT DE LA PEINTURE e On the Trail of the Tigress con accompagnamento al piano di di Donald Sosin. Introduce Bruno Mesdagh (Cinémathèque Royale de Belgique)

Info sulla
Proiezione

Giovedì 30/06/2022
14:30

Sottotitoli

Versione originale con sottotitoli

Modalità di ingresso

Tariffe del Festival

PROTÉA

Scheda Film

Il film è stato restaurato nel 1998 utilizzando un controtipo positivo stampato dal negativo originale nitrato incompleto e una copia olandese frammentaria, entrambi presenti nelle collezioni della Cinémathèque française. Per la ricostruzione del film – tutt’ora lacunosa – ci si è inoltre avvalsi di un controtipo positivo argentino 16mm. Nel 2013 la Cinémathèque française ha intrapreso un restauro digitale in 2K, aggiungendo le colorazioni della copia nitrato olandese. Il negativo originale ha fornito diverse indicazioni cromatiche che non erano state prese in considerazione nei primi lavori di restauro. I caratteri tipografici dei cartelli creati da Francis Lacassin sono stati rielaborati in funzione delle didascalie Éclair del 1913, ritrovate su diverse copie.
Se “i film più belli sono quelli che non abbiamo visto”, Protéa di Victorin Jasset è stato per molto tempo uno dei gioielli introvabili della cinefilia ideale. Molto popolare ai suoi tempi (prova inconfutabile: generò quattro seguiti, l’ultimo nel 1919), è rimasto leggendario per otto decenni fino al primo restauro nel 1995 da parte della Cinémathèque française. Contrariamente a Nick Carter, Zig mar e Balaoo, Protéa non deve nulla alla letteratura o all’infraletteratura e fonda un mito propriamente cinematografico, una figura nata dal cinema e per il cinema (molto rapidamente apparvero sulla sua scia Musidora, i serial di Pearl White, Ruth Roland, Helen Holmes, ecc.). Quindi Protéa, tra altre profezie, racconta il futuro di un genere cinematografico: il film di spionaggio. Da Protéa a GoldenEye. O da Protéa a Black Widow, per rimanere nel registro delle superdonne. Proteo, figlio di Poseidone nella mitologia greca, aveva il duplice dono di predire il futuro e di mutare forma a piacimento. Sua degna erede, Protéa passa rapidamente da una tenuta all’altra dando costante prova del suo talento per il travestimento, arte raddoppiata da quella del suo complice, l’Anguilla, che non è da meno. Eroina dimorfa, è nella definizione dello storico Francis Lacassin “l’interprete di una dozzina di ruoli di entrambi i sessi. Donna d’affari nell’ufficio del prefetto di polizia di Messenia che le affida la missione; donna di mondo sotto due diverse sembianze sull’Orient Express per sottrarre le carte diplomatiche del conte di Varallo; acrobata scassinatrice durante un’incursione notturna al ministero degli Esteri di Celtie; vecchia signora venuta a presentare una supplica al ministro; aiutante di campo; violinista tzigana durante un ballo; ‘moglie’ dell’ambasciatore di Albania; piromane e poi pompiere; domatrice di leoni nel serraglio di un luna park; contadina; ufficiale di Celtie”, e così via. In un’epoca in cui non si parlava ancora di effetti speciali ma di ‘trucchi’, Protéa, pioniera del travestimento, regina del trasformismo e del cambio di costume in scena dà il via alle danze dei mutamenti destinati a un luminoso futuro cinematografico.

Bernard Benoliel

 

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Cast and Credits

Scen.: Victorin-Hippolyte Jasset. F.: Lucien N. Andriot. Int.: Josette Andriot (Protéa), Lucien Bataille (l’Anguilla), Charles Krauss (il barone de Nyborg), Henri Gouget (Monsieur de Robertsau), Emile Chautard (il ministro), Mévisto (il locandiere), Jacques Feyder (un diplomatico). Prod.: Éclair. DCP. D.: 50’.
Bn e imbibito

SERPENTIN FAIT DE LA PEINTURE

Scheda Film

Georges Méliès e Gaston Velle smisero di fare film nel 1913, Victorin Jasset morì quello stesso anno e la Grande guerra pose fine a molte vite e carriere. Tendiamo a dare per scontato il fatto che il cinema delle origini e la produzione degli anni Venti siano due mondi distinti, separati, e solo raramente ci chiediamo cosa fecero più in là nella vita i protagonisti del cinema d’anteguerra.

Nel corso delle ricerche per la sezione Cento anni fa, quando in un database spunta il nome di uno dei nostri amati registi attivi intorno agli anni Dieci come Mario Caserini, Albert Capellani o Alfred Machin è un po’ come ritrovare un vecchio amico. Serpentin fait de la peinture di Alfred Machin è una splendida commedia condita da molto erotismo nella quale un professore evade dalla realtà dipingendo nudi. Anche se la sua modella è solo una statua di bronzo, la moglie del professore si ingelosisce e gli impedisce di portare avanti il suo ‘sconcio’ passatempo. Così l’uomo decide di cambiare soggetto. Le sue nuove modelle sono mucche. Ma il ripiego ha vita breve e innesca una serie stravagante di situazioni ambigue e divertenti.

Karl Wratschko

 

Cast and Credits

Sog: Marcel Lévesque, Alfred Machin. Int.: Marcel Lévesque (Serpentin), Louis Monfils. Prod.: Les Films Louis Nalpas. 35mm. L.: 649 m. 18 f/s. Bn

ON THE TRAIL OF THE TIGRESS

Scheda Film

On the Trail of the Tigress è un muto americano con un tocco belga. La sceneggiatura fu scritta da Olga Printzlau, che lavorò anche con Cecil B. DeMille e Clarence Brown, ma sia la regia che il ruolo del protagonista erano nelle mani di Paul Bourgeois (1888-1940). Dietro le quinte Bourgeois fece anche da addestratore dei grandi felini. Era nato a Bruxelles nel 1888 con il nome di Paul Sablon, che cambiò in Paul Bourgeois dopo l’arrivo negli Stati Uniti nel 1912. Qualche anno prima Sablon/Bourgeois si era lanciato nell’industria cinematografica dei Paesi Bassi. Aveva lavorato per Alfred Machin e la Pathé come cameraman e attore, interpretando un giovane marinaio vittima di un’imboscata su una nave in fiamme in L’Or qui brûle di Machin. Grazie alla sua temerarietà e alla sua dimestichezza con gli animali selvaggi, Sablon divenne il cameraman abituale per la tigre di Machin, Mimir. Concluso il lavoro con Machin andò a Parigi e ad Amburgo e viaggiò per un po’ con il circo Hagenbeck perfezionando la sua tecnica di domatore. Negli Stati Uniti Bourgeois creò serragli a Detroit, Newark, Inglewood e Fort Lee. Rimase attivo come addestratore di animali per varie case di produzione americane. Alice Guy, produttrice e sceneggiatrice di Beasts of the Jungle (1913), conservava di lui un bel ricordo: “A volte lo studio sembrava un serraglio, perché gli animali selvaggi ci fornivano del materiale eccellente. Un giorno l’addestratore Bourgeois mi portò una magnifica tigre di tre quintali. Mi assicurò che era la dolcezza incarnata e mi pregò di accarezzarla attraverso le sbarre della gabbia, per far coraggio agli attori. Ammetto che provai una certa esitazione, ma un regista non può essere un coniglio; lo feci, e Princess accolse molto bene il mio gesto, facendo le fusa e strofinandosi contro le sbarre come un gattone”.

Leen Engelen

Cast and Credits

Scen.: Olga Printzlau. Int.: Paul Bourgeois, Betty Schade, Rosita Marstini, J.J. Bryson. Prod.: Bison Motion Pictures. DCP. D.: 26’. Col. (da un nitrato imbibito)