Dom

28/06

Cinema Lumière - Sala Scorsese > 21:45

KISS ME KATE – 3D

George Sidney

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Proiezione

Domenica 28/06/2015
21:45

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KISS ME KATE – 3D

Scheda Film

Brush Up Your Shakespeare cantano due clowneschi gangster in uno dei numeri più gustosi di Kiss Me Kate, ma quel che qui viene rispolverato, pur se tutto il film gira intorno a una messinscena della Bisbetica domata, sembrano soprattutto vecchie memorie di screwball comedy. Lui, un pigmalione in giacca da camera, e lei, una bionda indocile, sono teatranti divorziati, litigiosi ma ancora innamorati, un po’ come in Ventesimo secolo; lei sta per riaccasarsi con un bovaro texano, un po’ come in L’orribile verità, e allora lui s’ingegna a trattenerla sentenziando che “non è quella la vita per te, tu appartieni al teatro”, quasi un’eco del “tu appartieni al giornale” con cui Cary Grant induceva Rosalind Russell a scaricare il rivale in His Girl Friday. Intendiamoci, la differenza (di tempo, di timing, di stile) tra questo ‘musical di rimatrimonio’ e i modelli è siderale, le memorie sono solo puntelli conficcati qua e là per sostenere, con tocchi di comicità e di romance, un discorso che è sostanzialmente altro. Il discorso è musicale, coreografico, scenografico: Kiss Me Kate porta sullo schermo la partitura e gli hits di uno dei successi teatrali di Cole Porter, Hermes Pan coadiuvato da un esordiente Bob Fosse disegna numeri di stravagante eleganza, e inoltre “il film viene girato in 3D, anche se poi quasi tutti lo vedranno proiettato piatto, e valorizza una scenografia giocata tra il realismo del fuori scena e la stilizzazione quasi metafisica dell’impianto scenico” (Piero Pruzzo). Il 3D è, occasionalmente, l’effetto facile d’una brocca o d’una banana lanciati verso il pubblico a infrangere la quarta parete, ma è anche un uso dello spazio più accorto di quanto faranno altri film chiamati a utilizzare la nuova tecnologia: i numeri backstage si dispiegano tra stretti corridoi, sottoscala e camerini, esaltando l’effetto di fuga prospettica. Gli interpreti, a loro volta, si dispongono secondo una geometria sentimentale di gusto molto vintage. Howard Keel è il consueto amabile bisteccone con voce di baritono, Kathryn Grayson una cosina con voce di non si sa bene cosa, e, poco spiegabile che sia, il pubblico d’epoca trovava molto decorativi i loro couplets e i loro abbracci; cosicché pare naturale che il bisteccone continui a preferire la cosina, lasciandosi dietro la scatenata puledra Ann Miller, mozzafiato nel numero Too Darn Hot, dove canta e slancia le gambe a tutto favore di 3D, salendo e scendendo da tavoli, sgabelli e librerie d’un magnifico appartamento newyorkese made in MGM.

Paola Cristalli

 

Cast and Credits

F.: Charles Rosher. M.: Ralph E. Winters. Scgf.: Cedric Gibbons, Urie McCleary. Mus.: Cole Porter, Saul Chaplin, André Previn. Kathryn Grayson (Lilli Vanessi ‘Katherine’), Howard Keel (Fred Graham ‘Petruchio’), Ann Miller (Lois Lane ‘Bianca’), Keenan Wynn (Lippy), Bobby Van (‘Gremio’), Tommy Rall (Bill Calhoun ‘Lucentio’), James Whitmore (Slug), Kurt Kasznar (‘Baptista’), Bob Fosse (‘Hortensio’), Ron Randell (Cole Porter), Willard Parker (Tex Callaway), Dave O’Brien (Ralph), Claud Allister (Paul), Ann Codee (Suzanne). Prod.: Jack Cummings per Metro-Goldwyn-Mayer Corp. · DCP. Col.