La rinascita del cinema cinese (1941-1951)

Programma a cura di Marie Claire Kuo in collaborazione con Tony Rayns e con il sostegno di Istituto Confucio di Bologna
Note di Kuo Kwan Leung, Marie Claire Kuo e Tony Rayns

 

I vecchi film cinesi sono raramente proiettati e scarsamente conosciuti al di fuori della Cina, e dobbiamo ringraziare la Cineteca di Bologna per questa iniziativa. La selezione è stata difficile. Alla fine si è deciso di scegliere otto film girati tra il 1941 e il 1951. Furono, questi, anni difficili della storia cinese: a un decennio di occupazione giapponese seguirono quattro anni di guerra civile. Quasi tutti i film sono contemporanei di Jiafeng Xuhuang (False fenici, 1947), del quale esiste un’unica copia restaurata di recente a Bologna. Il periodo compreso tra il 1945 e il 1951 coincise con la rinascita del cinema cinese, poiché durante l’invasione giapponese la produzione cinematografica si era quasi completamente arrestata. Dopo la guerra Shanghai riacquistò un ruolo di primo piano nella produzione cinematografica. Malgrado le difficoltà materiali e l’instabilità politica, gran parte degli studios fu in grado di riaprire i battenti e il cinema cinese entrò in una fase di rinascita vivendo una vera e propria esplosione di creatività. Furono realizzati molti dei cosiddetti film progressisti, che descrivevano le sofferenze della guerra e i problemi della vita quotidiana dopo la resa dei giapponesi con un tocco di neorealismo, come il cinema italiano del dopoguerra. La scelta di Tieshan Gongzhu (La principessa dal ventaglio di ferro) e di Wu Jiaqi (Matrimonio rimandato) può sembrare strana ma è ben motivata: si tratta rispettivamente del primo lungometraggio d’animazione cinese e di un film realizzato a Hong Kong da cineasti di Shanghai che segna la transizione tra due epoche annunciando i futuri sviluppi dell’industria cinematografica di Hong Kong.
I film proiettati in questa rassegna provengono principalmente dalla collezione del Centre de documentation et de recherche sur le cinéma chinois (CDCC) di Parigi. Intorno al 1949 vari registi e produttori di Shanghai, delusi dai nazionalisti e cauti nei confronti dei comunisti che stavano vincendo la guerra civile, si trasferirono come molti altri intellettuali a Hong Kong, dove crearono nuove compagnie cinematografiche. Vent’anni dopo, per la mancanza di fondi molti vecchi film furono immagazzinati in semplici baracche e si deteriorarono rapidamente a causa del clima caldo e umido. Marie Claire Kuo e altri membri di un gruppo di ricerca legato al Dipartimento di Cinese dell’Université Paris-VII iniziarono a raccogliere e a salvare queste vecchie copie. Wu Xingzai e Tong Yuejuan, due importanti produttori di Shanghai, donarono i primi film della collezione. Nel 1979 il CDCC venne riorganizzato e trasformato in un’associazione culturale senza fini di lucro. Con pochi mezzi a disposizione, in tutti questi anni l’istituzione è diventata essenzialmente la creatura di Marie Claire, che con il suo impegno instancabile ha messo insieme un cospicuo numero di film. Nel 2016 il dipartimento culturale dell’Ambasciata cinese a Parigi ha donato la sua collezione di film al CDCC, che con i suoi oltre 1200 titoli possiede oggi una delle più importanti collezioni europee di film cinesi.

Kuo Kwan Leung

Intervista a Marie Claire Kuo curatrice della rassegna

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