Il Luce alla ribalta
Ci sono delle iniziative che vanno messe in cantiere senza stare troppo a pensarci su per il semplice incredibile motivo che nessuno lo ha mai fatto prima. Ritagliare dentro all’affollatissimo calendario internazionale del Cinema Ritrovato 2003 lo spazio di un omaggio all’Istituto Luce ed alle sue collezioni è una di queste trovate ovvie. In Italia, sino a qualche tempo fa, le chiamavano “uova di Colombo”. È difficile, ma anche probabilmente privo di interesse, cercare di capire come mai il più longevo archivio audiovisivo d’Italia latitasse da anni dalle grandi retrospettive cinetecarie nazionali e non solo. Se stiamo all’oggi verrebbe voglia di dire che all’Archivio dell’Istituto Luce son troppo occupati a “ricevere i clienti” e a “fare degli affari” per “perdere tempo” in proiezioni e festival. In tutto questo c’è qualcosa di vero, dato che indubbiamente l’Archivio del Luce è il più moderno, il più accessibile, il più visitato d’Italia, anche grazie ad una messa on line di prim’ordine per vastità, chiarezza, consultabilità. Nel concepire questo primo, piccolo carotaggio fra i tesori del Luce si è scelto di cercare di dare un’idea dell’avventurosa storia dell’Istituto stesso, e di esporre perciò materiali estremamente eterogenei e differenti fra loro per epoca storica, genesi produttive, investimento ideologico-propagandistico, qualità estetica, specificità filmica, notorietà, diffusione, formato, autorialità tale da suscitare attenzione e curiosità da parte del pubblico internazionale del nostro festival, che non ha avuto occasione di conoscere il Luce se non come il megafono di Benito Mussolini. Non sono stati effettuati dei veri e propri restauri. Non ce n’è stato il tempo, né se n’è avvertita la necessità. Abbiamo in alcuni casi fatto delle ristampe o delle edizioni semplicemente “altre” rispetto a quelle home video. Esempio: al film La crociera aerea del decennale abbiamo tolto quel viraggio azzurro con cui il film era stato editato in cassetta per restituire il bianco e nero. Oltre a tre lungometraggi (di cui due kolossal d’impianto fortemente “collettivistico”) e a due cortometraggi d’autore abbiamo infilato tre brevi antologie. Una su Cinecittà, dalla sua fondazione alla riapertura postbellica dopo l’occupazione dei profughi. Una seconda sulle autocensure alla Settimana Incom nel seondo dopoguerra e una infine sui tagli ministeriali e governativi alle cineattualità degli anni ’50, negli anni dell’incrinamento del monopolio centrista sull’informazione audiovisiva.
Tatti Sanguineti