Cento anni fa: i film del 1904

Nel 1995 abbiamo festeggiato i cento anni del cinema. Non ci importa se il 1895 sia stato l’anno d’invenzione del cinema o di una nuova macchina chiamata Cinematografo, abbiamo festeggiato l’inizio, l’anno 1. Secondo questa datazione, nel 1904 cadrebbe l’anno dieci.

Si tratta di un anno poco noto nella storia del cinema, passato quasi inosservato fino ad ora: se si vanno a sfogliare i documenti, per qualche misterioso motivo il 1904 sembra non aver lasciato traccia di sé. Quante volte negli elenchi, nelle cronologie e nelle filmografie tra il 1903 e il 1905 c’è semplicemente un vuoto! Negli Archivi di Stato di Bologna manca ovviamente la cartella contenente i documenti del 1904, andata persa durante la guerra. Tuttavia, la particolarità di questo anno non appariscente si è andata a poco a poco delineando e così pure la sua importanza dal punto di vista della storia del cinema: il 1904 funge da spartiacque, è l’anno in cui tutto quello che c’era prima non è ancora scomparso, e in cui tutto quello che verrà ha già fatto la sua comparsa. È in quest’anno che, con la fine della produzione Lumière, il cinema delle origini volge al termine, mentre si prepara la seconda fase, quella dei cinematografi ambulanti e dell’ascesa dell’esportazione francese nell’industria cinematografica, subito prima della sua grande espansione. La cinematografia ambulante raggiungerà il suo culmine nel 1908; nello stesso periodo si assisterà alla rapida diffusione di sale di proiezione stabili e allo sviluppo repentino dell’industria cinematografica in tutti i maggiori paesi. Ciò che nel 1904 non si trova né in una fase iniziale né tanto meno in una parabola discendente, bensì al suo momento culminante, è la produzione di Méliès, il suo genere delle vues à transformations, cui il Cinema Ritrovato dell’anno scorso nella sezione dedicata al 1903 ha riservato un programma. Nei listini della Pathé, la più grande casa di produzione del tempo, nel 1904 domina senza dubbio il genere comico; il genere drammatico, al contrario, venne prodotto in quantità trascurabile, solo 5 titoli sui 150 del catalogo di vendita.

Nel 2003 il Cinema Ritrovato ha inaugurato una sezione dedicata anno dopo anno alle pellicole di cento anni fa, un’idea semplice e convincente. Semplice solo in apparenza, in quanto non esiste una simmetria tra il cinema di oggi e il “cinema di allora”, o il “film di allora”. Cinema? Film? Era uno spettacolo di proiezione senza un nome fisso, che si attribuiva le più svariate definizioni (“Colossali dipinti elettrici”), e con unità di base modulari (“Splendida proiezione, divisa in tre parti e 35 quadri – settantacinquemila fotografie animate”).

Per il 1904, anno che chiude il periodo degli albori del cinema, la definizione di Tom Gunning, che descrive il cinema delle origini come “una forma nomade e mutevole in cerca di un’identità e in grado di diventare molte cose diverse per molti pubblici diversi”, è ancora calzante. Allo stesso tempo alcuni aspetti che andranno a far parte della futura identità del cinema sono già pienamente sviluppati; la struttura della programmazione dei cinema stabili tra il 1908 e il 1910 era sostanzialmente la stessa proposta dagli ambulanti nel 1904.

La rassegna di quest’anno, nel corso dei cinque programmi, si pone l’obiettivo di aprire una serie di scorci (vedute) sullo spettacolo del 1904, mettendone in luce diversi aspetti. Essa si propone di giungere all’interpretazione attraverso la mimesi, passando piuttosto per l’evento visivo anziché per il testo teorico o la diegesi (racconto), tanto per rifarsi all’originaria accezione aristotelica di questi concetti. La programmazione si orienta verso la realtà storica dell’Europa continentale, dove la produzione francese occupa una posizione predominante sul mercato; l’anno scorso, l’accento cadeva piuttosto sulla produzione anglosassone. Non è una priorità assoluta che il materiale sia datato 1904. In realtà si è presa in considerazione non solo la produzione del 1904, ma anche l’offerta di quell’anno; si è poi dovuto tenere conto del problema delle fonti, che si trovano in cattivo stato. Solo una parte delle pellicole prodotte (di cui una quantità considerevole venne vista nel 1905-1906) e di quelle proiettate nel 1904 (degli anni 1902-1904) si è conservata. Di questo materiale solamente una quantità limitata è stata identificata, datata e duplicata, e tuttavia non è interamente accessibile: in alcuni archivi i cataloghi non sono consultabili secondo l’anno di produzione, di conseguenza i film del 1904 conservati in queste strutture non sono rintracciabili. E una parte dei film datati 1904 non sono di quell’anno.

Anche la pittura dell’epoca T’ang si studia sulle copie di epoca Ming, visto che la maggior parte degli originali è andata perduta. In extremis, ci siamo permessi di sostituire un film del 1904 con un altro posteriore e con lo stesso soggetto. Nel periodo precedente il 1909, non solo le copie erano programmate per vari anni, godendo di un lungo sfruttamento commerciale, ma inoltre i soggetti di successo venivano sistematicamente riprodotti attraverso imitazioni e remake, e immessi sul mercato in maniera permanente: ad esempio le vedute delle cascate del Reno, che hanno tenuto il cartellone dal 1896 al 1914, e forse oltre.

Non siamo comunque mai in presenza di originali del 1904, ma sempre di copie successive, di sostituti.
La scelta definitiva della programmazione avverrà solo dopo la stampa del catalogo, per poter testare la qualità delle copie. Qual è il rapporto tra una tetra copia in bianco e nero o un Paperprint e un originale dai brillanti colori? Nel 1904 il colore era l’attrazione del momento. Luminosa proiezione tutta colorata! Vogliamo ben sperare.