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25/06
Cinema Arlecchino > 09:00
POPIÓŁ I DIAMENT
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POPIÓŁ I DIAMENT
Scheda Film
Un giovane con gli occhiali da sole, mortalmente ferito, cade su una corda da bucato e attraversa barcollando una discarica dove infine si raccoglie in posizione fetale: era questa la conclusione di una trilogia che più di qualsiasi altra opera contribuì al riconoscimento internazionale del cinema polacco. Pokolenie (Generazione, 1955), Kanał (I dannati di Varsavia, 1957) e Popiół i diament possiedono una forza mai sopita e una visione storica che identifica in maniera distanziata i ruoli di individui e gruppi che presero parte ai combattimenti.
Ado Kyrou riconobbe in Andrzej Wajda “un artista del futuro” e probabilmente l’unico giovane regista europeo a riflettere “una qualità violenta e appassionata che ci ricorda Buñuel”. Popiół i diament non era solo il film più interessante dell’Europa orientale, ma molto di più: raccontava l’Europa del dopoguerra, era una feroce testimonianza dell’immensa divisione tra l’Ovest e un Est flagellato dalla guerra, occupato, stuprato e diviso, le sue identità nazionali frammentate. Il bel titolo del film si ispira a un componimento del poeta romantico Cyprian Norwid: “Rimarranno cenere e caos soltanto, / Che nell’abisso con veemenza cade? / O rimarrà nella cenere un diamante, / Mattino di vittoria immortale!”
Nel 1945 tutto nuovamente cambiò: organizzazione politica, gerarchie morali, principi patriottici e sistema economico e sociale. Com’era possibile riflettere tutto questo sullo schermo? La cifra stilistica e filosofica di Popiół i diament è il romanticismo polacco: una commistione di gravità, nobiltà, eloquenza, spirito, sarcasmo, mistero e martirologio, lealtà a una tradizione in cui possono incontrarsi storia, identità personale e atteggiamento personale.
In questa atmosfera esaltata, i fantasmi, i sogni e gli incubi individuali si distillano in una commedia realistica venata di simbolismo visionario. La logica delle associazioni poetiche e la libertà estetica del linguaggio fluiscono senza alcuno sforzo. Quando Wajda parlava di romanticismo parlava sicuramente anche di se stesso e di Popiół i diament: “Un artista romantico deve trascendere le proprie limitazioni e se stesso. Deve essere più che un artista: una coscienza della nazione, un profeta e un’istituzione sociale”.
Peter von Bagh, in Elämää suuremmat elokuvat [I film ‘bigger than life’], Otava 1989, a cura di Antti Alanen
Cast and Credits
Sog.: dal romanzo omonimo di Jerzy Andrzejewski. Scen.: Jerzy Andrzejewski, Andrzej Wajda. F.: Jerzy Wójcik. M.: Halina Nawrocka. Scgf.: Roman Mann. Mus.: Jan Krenz. Int.: Zbigniew Cybulski (Maciek Chełmicki), Ewa Kryżewska (Krystyna), Adam Pawlikowski (Andrzej), Wacław Zastrzeżyński (Szczuka), Bogumi Kobiela (Drewnowski), Jan Ciecierski (portiere), Stanisław Milski (Pieniażek), Artur Młodnicki (Kotowicz). Prod.: Stanisław Adler per Zespół Filmowy Kadr. DCP. D.: 103’. Bn.
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