Sab

29/08

Cinema Jolly > 15:30

GROZNYJ VAVILA / GAVROŠ

Nikolaj Chodataev, Ol’ga Chodataeva / Tat’jana Lukaševič

OL’GA PETROVNA CHODATAEVA
Con le sorelle Valentina e Zinaida Brumberg, è una delle grandi rappresentanti dell’animazione sovietica. Nata nei pressi di Rostov sul Don nel 1894, cresce a Mosca, e con il fratello maggiore Nikolaj si appassiona alla pittura. Insieme a lui entra alla Scuola di pittura, scultura e architettura di Mosca e ne esce diplomata nel 1918. Durante la guerra civile realizza manifesti e scenografie teatrali. Fondatore di uno “studio di animazione sperimentale” presso la scuola di cinema di Mosca, il GTK (futuro VGIK), Nikolaj Chodataev attira l’attenzione delle autorità, che gli commissionano un film a sostegno della rivoluzione cinese. È il celebre Kitaj v ogne (Cina in fiamme, 1925), mediometraggio animato che rivoluziona le leggi del genere. Come le sorelle Brumberg e altri, Ol’ga entra nel collettivo per partecipare alla realizzazione del film. Alla fine degli anni Venti confezionano alcune meraviglie semplici e poetiche come Odna iz mnogich (Una tra tante, 1927), che mescola live action e animazione, Samoedskij mal’čik (Il bambino samoiedo, 1928), o ancora Groznyj Vavila i Tëtka Arina (Il terribile Vavila e zia Arina, 1928), trattatello animato per celebrare l’8 marzo e l’emancipazione femminile nelle campagne. Ma l’ispirazione avanguardista di Chodataev s’infrange contro le direttive ufficiali: nel 1936 viene fondato uno studio d’animazione centralizzato con la consegna di imitare Walt Disney. Ol’ga Chodataeva decide di perseverare malgrado le nuove costrizioni. Dal 1936 al 1960 lavora per Soyuzmul’tfil’m e realizza trentadue disegni animati, in gran parte ispirati al folklore della Russia e di altre repubbliche dell’Unione. Si spegne nel 1968.

TAT’JANA LUKAŠEVIČ
Nata nel 1905, è ingaggiata ancora adolescente dalla troupe dei fratelli Adel’gejm, che si esibisce in tutta la Russia, e nel 1922 entra all’Istituto di cinema di Mosca nel dipartimento di recitazione prima di passare a quello di regia. Termina gli studi nel 1927, primo anno in cui l’istituto consegna i diplomi, e appartiene quindi alla “generazione del 1927”, formatasi negli anni d’oro del cinema sovietico ma destinata a essere duramente colpita dalle purghe staliniane, dalle campagne ‘contro il formalismo’ e dalla guerra. Mentre molti suoi compagni di diploma gettano la spugna (Al’bert Gendel’štejn) o sono dati per dispersi al fronte (Aleksandr Strižak), lei riesce bene o male a girare una quindicina di lungometraggi fino alla fine degli anni Sessanta. A partire dal 1927 lavora come assistente alla regia e poi come regista per la Mežrabpomfil’m: il suo primo lungometraggio, Prestuplenie Ivana Karavaeva (Il delitto di Ivan Karavaev, 1929), è un ritratto della burocrazia (che condanna ingiustamente il protagonista) e del suo necessario controllo da parte delle masse (che lo riabilitano). Gira poi Vesennie dni (Giorni di primavera, 1934), considerato perduto, nel quale il critico Glauco Viazzi vedeva “una sorta di poema alla vita e alla felicità”. Con Gavroš (1937), e soprattutto con Podkidyš (La trovatella, 1939), dove dirige efficacemente dei bambini, riempì le sale. Sedici milioni di spettatori per la storia della bambina perduta nelle vie di Mosca, e un successo sempreverde (il film è stato recentemente colorizzato). Dopo essere tornata alla sua passione per il teatro con i film-spettacolo del dopoguerra (Učitel’ tancev, Maestro di danza, 1952; Anna Karenina, 1953), riscuote ancora successo con film che mettono in scena adolescenti, come Attestat zrelosti (Certificato di maturità, 1954) o Slepoj muzykant (Il musicista cieco, 1960). Se la maggior parte dei cinefili non conosce nemmeno il nome di Tat’jana Lukaševič, è forse a causa dell’invisibilizzazione delle donne registe o è “una triste testimonianza della mancanza di apprezzamento critico e ufficiale per l’arte di intrattenere le masse nel cinema sovietico” (Peter Rollberg)? Probabilmente entrambe le cose.

Irène Bonnaud e Bernard Eisenschitz

Info sulla
Proiezione

Sabato 29/08/2020
15:30

Sottotitoli

Versione originale con sottotitoli

Modalità di ingresso

Tariffe del Festival

GROZNYJ VAVILA I TETKA ARINA

Scheda Film

‘Il terribile Vavila’ è un mugik che picchia la moglie, la ‘zia’ Arina, e pretende di avere šči e kaša (zuppa e polenta) sempre pronti in tavola. Quando lui e il suo compare constatano che le loro donne non solo interrompono i lavori domestici per festeggiare l’8 marzo ma vanno a istruirsi alla scuola delle lavoratrici, i due maschi capiscono di essere spacciati. Questo breve agit-film in onore della Giornata internazionale delle lavoratrici riunisce quattro pionieri dell’animazione sovietica: Nikolaj Chodataev, sua sorella Ol’ga e le sorelle Valentina e Zinaida Brumberg. Le due eroine somigliano a quelle di Dom na Trubnoj (La casa sulla Trubnaja), l’ingenua dal viso rotondo Vera Mareckaja e la militante Ada Vojcik (con il suo fazzoletto in testa): il film di Boris Barnet viene infatti prodotto nello stesso anno dallo stesso studio, Mežrabpomfil’m (ma il cartone animato si svolge in campagna).

Irène Bonnaud e Bernard Eisenschitz 

Cast and Credits

[Il terribile Vavila e zia Arina]. Scen.: Nikolaj Chodataev, Ol’ga Chodataeva. Scgf.: Valentina, Zinaida Brumberg. Prod.: Mežrabpomfil’m, Centrosojuz. 35mm. Bn.

GAVROŠ

Scheda Film

Adattamento molto libero dei Miserabili di Victor Hugo, Gavroš pone l’accento sul contesto politico e l’opposizione alla monarchia di luglio: dai manifesti con le caricature del re borghese Luigi Filippo, “la pera” (cioè lo zuccone) come lo chiamava il popolo, alla barricata di rue Saint-Denis nel giugno del 1832, si ha l’impressione di ritrovarsi nell’opera di Daumier. Se le costose e magnifiche scenografie sono riprese dal film di Grigorij Rošal’ sulla Comune, Zori Pariža (Le albe di Parigi), Tat’jana Lukaševič sa forse meglio di lui farle vivere, e vi aggiunge una divertente evocazione di Place de la Bastille e del suo elefante (popolato da piccole creature di tutti i tipi, bambini e topi). La scelta di Gavroš come figura centrale dei Miserabili contrasta con i precedenti adattamenti francesi e si comprende anche nel contesto della Guerra di Spagna. Incarnazione del popolo povero, scaltro, eroico, l’adolescente sale sulle barricate perché suo padre è stato assassinato nelle prigioni del re (come si vede, questo martire della Repubblica non ha più molto a che fare con il Thenardier del romanzo). Gavroš, come il ragazzo del dipinto di Delacroix, La Libertà che guida il popolo, che aveva probabilmente ispirato Hugo, diviene icona rivoluzionaria, incarnato sullo schermo dal giovane e indimenticabile Nikolaj Smorčkov (che morirà sul fronte nel 1943, a ventun anni). Film d’avventura dinamico, lirico, movimentato, Gavroš trae anche profitto dal lavoro pionieristico intrapreso da Margarita Barskaja con i bambini. Come in Rvanye bašmaki, vi sono situazioni commoventi che mettono in scena due generazioni, quella del protagonista e quella dei bambini di cinque o sei anni che prende sotto la propria ala (ma nella bella scena del panificio, già utilizzata da Henri Fescourt nel suo adattamento-fiume del 1925, si vede che il piccolo delinquente parigino è ormai intriso di morale sovietica: non ruba più).

Irène Bonnaud e Bernard Eisenschitz

Cast and Credits

Sog.: liberamente tratto da I miserabili (1862) di Victor Hugo. Scen.: Georgij Šachovskoj. F.: Evgenij Andrikanis. Scgf.: Iosif Špinel’ Aleksandr Žarenov. Mus.: Jurij Nikol’skij. Int.: Kolja Smorčkov (Gavroš), Dimitrij Popov (Touchet), Ivan Novosel’cev (Enjolras), Nina Zorskaja (Madeleine), Pavel Massal’skij (Montparnasse), Andrej Korablëv (Javert). Prod.: Mosfil’m. 35mm. Bn.