Mer
29/06
Cinema Lumière - Sala Officinema/Mastroianni > 11:30
Dornröschen/Dancing Grace/LE QUINZIÈME PRÉLUDE DE CHOPIN
John Sweeney e, all’arpa, Eduardo Raon
Info sullaProiezione
Sottotitoli
Versione originale con sottotitoli
Modalità di ingresso
LE QUINZIÈME PRÉLUDE DE CHOPIN
Scheda Film
Sostenuto, re bemolle maggiore: “Ma la Morte è là, nell’ombra…”
Titolo assegnato da Alfred Cortot al Preludio op. 28 n. 15
Girato subito dopo il rocambolesco Contes des mille et une nuits, Le Quinzième prélude de Chopin spicca per le condizioni di ripresa meno fastose, tutte in interni. Ma sono appunto le scenografie borghesi, pretenziose e pacchiane firmate da Ivan Lochakoff a svolgere un ruolo fondamentale nel film, fino a influenzare freddamente i caratteri e le situazioni melodrammatiche dei personaggi, che sono crudeli, perversi, diabolici. Anche il tema del famoso preludio svolge un ruolo: presente lungo tutta la narrazione del film, svela perfino l’intrigo… Nell’uso di una celebre partitura come fonte di ispirazione traspare tutta la modernità di Turžanskij, al quale si deve una sceneggiatura che supera perfino l’ermeneutica musicale tradizionalmente associata a Chopin. Giacché, come rifacendosi alle osservazioni di George Sand su quel preludio (la famosa ripetizione della nota che simula una goccia di pioggia sarebbe un’interpretazione della natura come orribile allucinazione più che come semplice simulacro), non si tratta di un’imitazione ma di una traduzione, di una ritrascrizione di sensazioni secondo la moda dei primi anni Venti, quando la macchina da presa comincia finalmente a occupare il posto del cuore invece di limitarsi alla visione in senso stre to di una storia. Tuttavia la stampa dell’epoca si lamentò degli accompagnamenti musicali del film: arie moderne, valzer, e del celeberrimo preludio neanche l’ombra. Le Quinzième prélude de Chopin fu l’ultima produzione targata Ermolieff. A partire dal 1922, con Nuit de carnaval e il serial La Maison du mystère, il nome della società fu cambiato in Albatros. Il film è stato ricostruito da Renée Lichtig nel 1987 a partire dal negativo originale nitrato acquisito dalla Cinémathèque française nel 1958. Le didascalie sono state elaborate a partire da una lista delle didascalie della collezione Albatros conservata alla Cinémathèque française basandosi sul modello delle didascalie flash presenti nel negativo originale. I cromatismi sono stati ricostruiti nel 2009 presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata a partire da una copia d’epoca colorata depositata dal produttore Alexandre Kamenka nel 1950.
Émilie Cauquy
Cast and Credits
Scen: Viktor Turžanskij. F.: Joseph-Louis Mundwiller, Nikolai Toporkoff. Scgf.: Ivan Lochakoff. Int.: Nathalie Kovanko (Louise Monet), André Nox (il signor Monet), Madame Joujakoff (Jeanne Dartois), Gaston Rieffler (Maurice Dartois), Huguette Delacroix (la madre di Monet), René Hiéronimus (Léo), Paul Jorge (Caleb), Jean-Paul de Baër (Paul). Prod.: Ermolieff-Cinéma. 35mm. L.: 1586 m. 20 f/s. Col. (da un nitrato imbibito / from a tinted nitrate).
DORNRÖSCHEN
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DANCING GRACE. STUDIES OF MADAME LOPOKOVA
Didascalie inglesi
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