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02/07
Cinema Arlecchino > 20:00
BLOW-UP
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Scheda Film
Thomas, fotografo, dopo una notte trascorsa a ritrarre i poveri in un ospizio, torna nel suo studio per dedicarsi a un servizio di moda. Durante una pausa si sofferma in un parco deserto, e con l’immancabile macchina fotografica ritrae una scena in cui ‘non accade nulla’. Solo dopo aver sviluppato le foto Thomas inizia a notare piccoli dettagli. Forse ha fotografato un omicidio. C’è come un elemento oggettivante in tutto ciò che fa Thomas. Per lui la povertà è solo uno spettacolo. Un servizio di moda con la splendida Veruschka è un atto sessuale simulato, meccanico, che però forse contribuisce a mettere in luce una verità segreta della fotografia. La sua particolare emozione appartiene, come forse tutte le emozioni, a una fragile meta-realtà. Perfino l’omicidio può essere una semplice routine.
Il mistero della vita e del cinema si esaspera nella sequenza dell’ingrandimento. Fino a che punto Thomas ha rinunciato alla cosa più importante, la vita stessa? La donna del parco si presenta nel suo studio, ma in carne e ossa è per certi versi meno reale che nei densi frammenti temporali che affiorano sulla pellicola sviluppata. L’immagine ingrandita all’estremo svela un momento ormai scomparso che però assorbe completamente l’interesse di Thomas. Ben presto la ‘sola’ verità della donna sta in queste immagini. L’uomo, ‘l’assassino’, non si concretizza mai fino a questo punto. Di lui ci sono solo un paio di fotografie. Presto scivola irrecuperabilmente nel regno delle immagini, la ‘zona’ di Orfeo di Jean Cocteau.
Le serie di immagini, primi piani e campi lunghi è un’avventura nel tempo. Il fotografo è un enigma, un sorprendente punto di collegamento tra definizione precisa e fantasia. La macchina fotografica raggiunge l’apice dell’obiettività: è la sola testimone di un crimine, e dunque il solo punto di contratto con il mondo esistente. Allo stesso tempo, la fotografia offre la miniatura ironica di un mondo governato dall’ambiguità, dalla precarietà e da un senso d’alienazione quasi ridicolo. Sono questi il paradosso e la ‘narrazione’ in cui entra il fotografo interpretato da David Hemmings.
Peter von Bagh (Rikoksen hehku [The White Heat of Crime], 1997), a cura di Antti Alanen
Cast and Credits
Sog.: dal racconto Las babas del diablo di Julio Cortázar. Scen.: Michelangelo Antonioni, Tonino Guerra. F.: Carlo Di Palma. M.: Frank Clarke. Scgf.: Assheton Gorton. Mus.: Herbie Hancock. Int.: David Hemmings (Thomas), Vanessa Redgrave (Jane), Sarah Miles (Patricia), Verushka (se stessa), Peter Bowles (Ron), Jill Kennington, Peggy Moffit, Rosaleen Murray, Ann Norman, Melanine Hampshire (modelle), Jane Birkin, Gillian Hills (aspiranti modelle). Prod.: Carlo Ponti per Metro Goldwyn Mayer. DCP 4K. D.: 112’. Col.
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