UNA VOCE UMANA – Episodio di L’amore
Sog.: dalla piéce La voce umana (1930) di Jean Cocteau. Scen.: Roberto Rossellini. F.: Robert Juillard. M.: Eraldo Da Roma. Scgf.: Christian Bérard. Mus.: Renzo Rossellini. Int.: Anna Magnani (donna al telefono). Prod.: Tevere Film. DCP. D.: 35’. Bn.
Scheda Film
Secondo Basilio Franchina, che collabora a Una voce umana, l’incontro fra Rossellini e Cocteau non avviene né tramite i critici francesi, entusiasti di entrambi, né tramite Paulvé, né tramite Josette Day. […] Sarebbe stata invece Anna Magnani a far incontrare i due e a sciogliere ogni riserva. […] Dal canto suo Cocteau afferma: “È a causa di Paisà per ciò che mi riguarda, a causa di Le Sang d’un poète per ciò che riguarda Rossellini che decidemmo di collaborare e di fare con la Magnani questa Voix humaine di cui lei è l’unica e mirabile interprete”. In una corrispondenza dal set il giornalista Bruno Matarazzo conferma le parole di Cocteau: “Dopo la visione di Le Sang d’un poète, Rossellini e Cocteau sono divenuti amici e lo stesso Rossellini ha chiesto di girare [La Voix humaine] così come la voleva l’autore. E questi, che aveva conosciuto Anna Magnani, si accorse improvvisamente di aver risolto il suo duplice problema, avendo trovato il regista e l’attrice ideali per il suo film”. […]
I cambiamenti apportati da Rossellini alla pièce non producono alcun contrasto con l’autore. […] “Conservo della nostra collaborazione il ricordo di una sorta di miracolo amichevole”. […] Al di là delle differenze artistiche fra i due, questo incontro rappresenta un momento di svolta fondamentale per Rossellini. […] “Ciò che io ho fatto con [Una voce umana] non è mai stato fatto prima! […] Meglio di ogni altro soggetto, Una voce umana mi offriva l’occasione di usare la macchina da presa-microscopio, tanto più che il fenomeno da esaminare si chiamava Anna Magnani. […] Questa esperienza spinta fino in fondo in Una voce umana mi è servita più tardi in tutti gli altri film perché in un momento qualsiasi della realizzazione io sento il bisogno di lasciar da parte la sceneggiatura per seguire il personaggio nei suoi più segreti pensieri, quelli di cui forse non ho neppure coscienza. Anche questo ‘aspetto microscopio’ del cinema fa parte del neorealismo: un avvicinamento morale che diventa un fatto estetico”.
Adriano Aprà, Per un cinema microscopico, in La Voix humaine, “Quaderni della Fondazione Donizetti”, n. 4, 2006