LÉONCE ET TOTO

Léonce Perret


Cast: Léonce Perret (Léonce), André Luguet (l’uomo a passeggio), Marie Dorly (Marie, la domestica). Prod.: Gaumont. Série Léonce 35mm. L.: 195 m. D.: 10’ a 18 f/s. Col. tintura / Dyed.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Léonce è sposato con una bella ragazza. I due si adorano, ma, come per i bambini, il proverbio che dice: «Chi ne ha uno solo è come se non ne avesse» è valido anche per l’amore; sicché il cuore di Renée, pur essendo pieno di amore per Léonce, si sente ancora un po’ vuoto e vorrebbe amare anche qualcos’altro – a margine, se così si può dire, di questo primo sentimento. La madrina di Renée, convinta di aver compreso lo stato di vacuità del cuore della figlioccia, le invia, dentro una meravigliosa cuccia portatile, un cagnolino talmente minuscolo che, come quello della leggenda araba, potrebbe passare attraverso un anello. […] Léonce, che non capisce nulla delle finezze sentimentali delle donne, considera il cane come un intruso. All’inizio, siccome i cani non gli piacciono, Léonce tiene il broncio. […] Poi un giorno, durante una discussione a proposito del cane, succede un fatto spiacevole. Renée aveva detto alla domestica: «Marie, bisogna portare giù Toto per fargli fare i suoi bisognini.» Ma Marie, che della dignità ha un concetto molto personale, si era perentoriamente rifiutata di farlo. […] Alla fine la giovane signora, per avere l’ultima parola, porta giù lei stessa Toto e questi, per la strada – cosa c’è da ridere? – fa amicizia con uno splendido bulldog il cui padrone, a sua volta, fa amicizia con la padrona di Toto. I due chiacchierano e ciascuno vanta le virtù del proprio cane. Léonce assiste alla scena dall’alto, affacciato alla finestra, e va su tutte le furie: quando Renée torna su, se ne accorgerà. Scoppia una terribile scenata e Léonce, a corto di argomenti, alza le mani… […] Lei ha deciso: se ne andrà. Quando Léonce capisce che si tratta di una decisione irrevocabile, non insiste e finge di ritirarsi nel proprio studio. In realtà rimane in agguato e quando la moglie, dopo aver fermato un taxi, vi deposita Toto, oggetto di tante discussioni, e ritorna in casa per prendere le altre cose, Léonce ne approfitta per prelevare il cane dalla vettura. Non appena l’auto si mette in moto, ritorna in casa. «Io e Toto ce ne andiamo per sempre. Addio! Renée». Ma il piano di Léonce è infallibile. Quando Renée si accorge che Toto non è sull’auto, non pensa che il cane sia stato rubato. Convinta di averlo dimenticato a casa, dà subito all’autista l’ordine di ritornare indietro. Entrando nel proprio domicilio coniugale, la donna rimane spiacevolmente impressionata dal silenzio che regna sovrano in quel luogo sacro, dove ancora risuona debolmente l’eco dei baci. «Io e Toto ce ne andiamo per sempre. Addio! Léonce».

Brochure della Société des Etablissements Gaumont, n.4361

 

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