Léonce Perret e la bellezza del mondo

Benché la frivola definizione del cinema formulata da Truffaut – fare des jolies choses avec des jolies femmes – possa essere applicata ai film di Perret (e spesso nelle sue commedie le donne carine si fanno fare delle cose carine, per esempio lasciarsi accarezzare i piedi da Léonce), tuttavia essa appare di rilevanza secondaria; in primo luogo, questi film fanno delle belle cose con la luce e l’ombra (con la trasparenza e la densità dell’immagine). L’interesse primario è chiaramente quello di sfruttare la capacità del nuovo medium di riprodurre in modo luminoso e omologo i giochi di luce preesistenti . In Perret il cinema risulta chiaramente come il prolungamento diretto di tali giochi. In altre parole, il cinema degli anni Dieci è parte e documento della medializzazione totale del mondo visibile, intrapresa dal XIX secolo con i suoi grandi progetti di messinscena, che sempre facevano ricorso agli effetti di luce: ferrovie, edifici, giardini e promenades, le nuove illuminazioni artificiali degli spazi privati e delle città. Nessun’altra epoca ha raggiunto una raffinatezza comparabile nella regia della luce, né ha tratto altrettanta bellezza e piacere dai rapporti fra esterno e interno, dal gioco reciproco fra architettura e luce, in particolare a Parigi: le grandiose stazioni ferroviarie con i loro scuri reticolati di strutture in ferro, i luccicanti spazi coperti da vetrate, gli atri con le finestre a rosone; la torre Eiffel, costruzione di cielo e ferro; le abitazioni con le ringhiere dei balconi forgiate in centinaia di forme diverse, le balaustre, le tettoie e le persiane; i parchi dai viali ombreggiati. I film di Perret ci permettono di assaporare questi giochi di luce e ne ravvivavano con spettacolare freschezza gli effetti di cui, per abitudine, non ci accorgevamo più.

I film di Perret sono bellissimi e visivamente gratificanti. In essi nulla tradisce il tentativo di sfuggire al proprio tempo per avvicinarsi al futuro. Al contrario, essi si rivolgono con un rapporto di attiva armonia al loro mondo e alla loro epoca; in questo sta la loro sostanza, forza e bellezza. In una delle commedie matrimoniali di Perret, una signora si fa bella davanti alla coiffeuse, poi, rilassata, sorride compiaciuta alla propria immagine riflessa nello specchio. È con un simile sguardo caldo e affettuoso che i film di Perret colgono e rispecchiano il mondo visibile della Belle Epoque e il suo modo, generoso e consapevole, di rappresentare la bellezza visiva.

Grazie alla politica di conservazione di Langlois e alla Gaumont, un gran numero di film di Perret è sopravvissuto sotto forma di negativi, cioè in bianco e nero e senza didascalie. La riscoperta delle commedie e dei drammi di Perret è da attribuirsi al Nederlands Filmmuseum e in particolar modo a Hoos Blotkamp e Eric De Kuyper, che nei primi anni novanta hanno restaurato le copie positive di distribuzione olandesi, le uniche ancora recanti le colorazioni originali. La nostra retrospettiva è stata realizzata grazie allo straordinario impegno congiunto della Cinémathèque Gaumont e della Cinémathèque Française, che si sono lanciate con entusiasmo e tenacia in questa difficile impresa di restauro. In particolare, siamo grati a Martine Offroy, della Cinémathèque Gaumont, e Claudine Kaufmann, della Cinémathèque Française.

La ricerca sui documenti extra-filmici inerenti ai film di Léonce Perret è stata condotta essenzialmente in due direzioni. Alla Bibliothèque de l’Arsenal di Parigi, nel fondo Léon Gaumont (voce «scénario Gaumont»), sono state ritrovate le sceneggiature dattiloscritte e le Brochure de la Société des Etablissements Gaumont, che contenevano, oltre alla sinossi dettagliata, anche le informazioni sulla lunghezza e sulle colorazioni del film. A volte venivano citate nel testo le didascalie e gli inserti. Le sceneggiature rinvenute nel fondo vennero in realtà dattiloscritte a posteriori, quando il film era terminato, e depositate alla Bibliothèque National de France per tutelarsi da eventuali contraffazioni. Altri documenti, cartacei e fotografici, sono stati consultati presso il Musée Gaumont di Parigi, dove sono conservate alcune brochure, fotografie, manifesti e i programmi del Gaumont-Palace.

Mariann Lewinsky