Il modo in cui Le Retour d’un aventurier affronta la questione dell’invasione culturale si presta facilmente ad essere frainteso dalle ‘masse’ africane e americane, ma sarà sicuramente compreso dai diretti interessati. Il fatto che al suo ritorno l’avventuriero porti con sé armi, strumenti di distruzione e di morte, dimostra quanto sia malsano tutto ciò che ha preso in prestito. La ‘civiltà’ occidentale ha un costo troppo alto per la vita umana. In Africa ha portato con sé atomi di distruzione culturale, separando le cosiddette ‘persone istruite’ dal popolo, insegnando loro a ingannare e a derubare gli altri in modo subdolo sotto le false premesse del ‘lavoro duro’. Il fatto che Moustapha Alassane usi il linguaggio del western per illustrare i propri argomenti è significativo, nel senso che nel western si è eroi quando si è in grado di vivere a scapito di altri. L’uomo del Far West uccide fingendo di proteggere qualcuno dal pericolo, ma in ultima analisi il suo si rivela un atto egoistico, perché quel qualcuno diventa sempre un suo seguace, gli appartiene. In un contesto africano non c’è nulla di più abominevole.

Wilson Mativo, Cultural Dilemma of the African Film, “Ufahamu: A Journal of African Studies”, vol. 1, n. 3, inverno 1971