HISTOIRE D’UN PIERROT
Scen.: Tommaso Silvani, Dalla Pantomima Omonima (1893) Difernand Beissier, Musicata Da Mario Costa; F.: Giorgino Ricci; Int.: Francesca Bertini (Pierrot), Leda Gys (Louisette), Emilio Ghione (Pochinet), Elvira Radaelli (Fifina), Amedeo Ciaffi (Julot), Nini (Il Piccolo Pierrot); Prod.: Italica-Ars Beta Sp. D.: 60′ A 16 F/S. Bn
Scheda Film
Gian Piero Brunetta cita questo film quale esempio di “cinema cantato” derivante dalla pantomima, e sottolinea: “Ciò che colpisce, in questi film, è l’estrema eleganza e cura nella ricostruzione scenografica e nei costumi e il largo uso della mimica. Tutto il sistema gestuale è molto elaborato ed assai più complesso e ricco di sfumature rispetto al gesto enfatico dei film storici”. Interessante è l’accusa di mancanza di contenuto morale fatto al film da Umberto Barbaro in “Bianco e Nero”, in una recensione scritta nel 1937, motivata, documentata, arguta e fredda, che culmina in secco rimprovero: “Quello che gli manca non è poco: è una più concreta visione del mondo ed un più elevato contenuto morale. Senza i quali […] arte non si dà”. Chiedere questo impegno a un film di evasione, nonché veicolo di ‘effetti speciali’ (mi riferisco alla sincronizzazione musica-immagini) è alquanto straniante e apparentemente smisurato ai nostri occhi. Tuttavia, pur non dandogli patente di film d’arte, Umberto Barbaro individua in Historie d’un Pierrot un’aspirazione alla qualità, elemento non trascurabile e sibillino di tutto “un cinema in forte espansione tecnologica e quindi tecnica”.
Denis Liotti