COMANCHE STATION
T. it.: La valle dei Mohicani Sc.: Burt Kennedy. F.: Charles Lawton Jr. Mu.: Heinz Roemheld. M.: Edwin H. Bryant. Scgf.: Carl Anderson. Su.: George Cooper. Ass.R.: Sam Nelson. Cast: Randolph Scott (Jefferson Cody), Nancy Gates (Nancy Lowe), Claude Akins (Ben Lane), Skip Homeier (Frank), Richard Rust (Dobie). Prod.: Budd Boetticher, Harry Joe Brown, Randolph Scott per Columbia<35mm. D.: 74’ a 24 f/s. Col.
Scheda Film
Completando in modo inscindibile il loro primo film con l’ultimo, Boetticher e Kennedy chiudono il cerchio. Nel corso della serie i temi si sono affinati e rinforzati, scontrandosi con i loro contrari. Al di là di questa chimica dialettica, appare nuovamente la serenità, più calma che mai, anche più esasperata e disperata, ma di una disperazione così totale, così perfetta, da trovare in se stessa la propria forma di consolazione. Man mano che perfeziona la propria catarsi, che spoglia i sentimenti delle loro scorie, il regista approfondisce la propria conoscenza del territorio e degli uomini che lo popolano. Egli coltiva una sensibilità per i luoghi che è il segnale, naturalmente indiano, dei grandi autori di western. Ride Lonesome, così come Comanche Station, sono costruiti sul territorio, intorno a un luogo privilegiato. […] Nel secondo si tratta della Stazione Comanche, tappa sul percorso della classicissima diligenza di Lordsburg e luogo in cui avvengono gli incontri, si stabiliscono i rapporti e si chiariscono i malintesi. Boetticher, nel 1960, appare all’apice del proprio stile. Dalla splendida scena iniziale in cui la macchina da presa raggiunge con scioltezza un cavaliere in mezzo a un dedalo di rocce, fino alla successione di sguardi attraverso i quali, durante una sparatoria, i protagonisti s’individuano e si riconoscono, il suo stile e le sue idee acquistano la medesima semplicità, apparentemente quasi lineare, in realtà più complessa che mai.
Louis Seguin, «Positif», n.110, novembre 1969