YES, WE HAVE NO – !
Prod.: Atlas-Biocraft. 35mm. L.: 134 m. D.: 6’ a 20 f/s. Bn
Scheda Film
Dopo aver realizzato l’insolito e ambizioso The Man Without Desire (1923), Adrian Brunel ebbe l’occasione di dirigere un altro lungometraggio solo nel 1926. Nel frattempo girò una serie di parodie e cortometraggi a basso costo celebrati per l’arguzia, la giocosità e le sperimentazioni formali autoreferenziali.
L’assenza di riferimenti a Shimmy Sheik, Two-Chinned Chow e Yes, We Have No – ! (tutti del 1923) nell’autobiografia di Brunel, indica che il regista li trovava meno riusciti delle sue parodie successive. Tuttavia, i loro giochi di parole, le battute sciocche e i riferimenti divertiti agli stili cinematografici europei sono puro Brunel.
Tutti e tre si rifanno alla tecnica delle silhouette dell’animatrice tedesca Lotte Reiniger, sostituendo i ritagli di carta con attori in carne e ossa. Ma se Shimmy Sheik e Two-Chinned Chow avevano consapevolmente parodiato lo stile fantastico e fiabesco di Reiniger, in Yes, We Have No – ! Brunel sviluppa un suo approccio distintivo.
L’antipatia del povero Tom Arto per il popolare tormentone del music hall Yes, We Have No Bananas – perché lui è vegetariano, naturalmente – lo spinge a misure sempre più disperate, conducendolo prima in un locale notturno dove spera di ascoltare “un po’ di Wagner” ma trova ancora una volta la molesta canzoncina, e poi a casa a dormire, dove viene svegliato dagli esercizi di tuba del vicino. Infine, partito per un viaggio intorno al mondo, scopre ovunque che il motivetto è arrivato prima di lui.
Nathalie Morris e Mark Duguid “BFI Screenonline”