VSTRECˇ A NA EL ́BE
- ing.: Meeting on the Elbe; Sog.: dall’opera teatrale “Polkovnik Kuz’min” [Comandante Kuzmin], di Petr Tur; Scen.: Lev Sheynin, Ariadna Tur, Petr Tur; F.: Eduard Tissé; Mo.: Eva Ladyshenskaya; Scgf.: Aleksey Utkin; Mu: Dmitrj Sˇostakovicˇ; Su.: Sergej Minervin; Int.: Vladlen Davydov (comandante Nikita Kuzmin), Konstantin Nassonov (Maslov), Boris Andreev (Egorkin), Michail Nazvanov (maggiore James Hill), Ljubov Orlova (Janet Sherwood), Ivan Ljubeznov (Harry Perebejnoga), Vladimir Vladislavskj (generale McDermott), Faina Ranevskaja (Mrs. McDermott), Erast Garin (Tommy), Sergej Tsenin (senatore Wood), Juri Jurovsky (professor Otto Dietrich), Gennadj Yudin (Kurt Dietrich), Lidija Sucharev- skaja (Elsa); Prod.: Mosfil’m 35mm. D.: 104’. Bn.
Scheda Film
I film sovietici della Guerra Fredda rivelano uno strano paradosso, proiettando sull’America i traumi e le paure vissuti dalla popolazione sovietica. La povertà, la repressione e le intercettazioni vengono dipinte come paradigmi della vita americana. Gli Stati Uniti diventano una sorta di specchio inverso che riflette l’indicibile coercizione del sistema sovietico. Quando milioni di prigionieri vennero deportati dalla Germania ai campi di concentramento sovietici, la Mosfil’m, il più grande studio cinematografico russo, produsse un film intitolato U nich yest’ rodina (Anche loro hanno una patria, 1950), nel quale gli agenti americani torturano i soldati russi in un campo di deportazione. Vstrecˇ a na El ́be evoca il momento storico in cui le forze statunitensi e russe si incontrarono a Torgau, sul fiume Elba, il 27 Aprile 1945. Aleksandrov fa rivivere questo evento nel 1948 nella città distrutta di Königsberg (chiamata Altenburg nel film). I set del film vennero costruiti dai prigionieri di guerra tedeschi, che interpretavano anche i soldati americani. Il titolo è contraddittorio, dal momento che non descrive l’incontro degli alleati, ma la loro separazione. Aleksandrov usa la Germania divisa come simbolo del mondo post-bellico; Altenburg diventa un campo di esercitazione per il braccio di ferro tra americani e sovietici. Nella notevole scena iniziale, i soldati americani attraversano il fiume a nuoto per stringere la mano agli alleati russi perché il ponte è stato distrutto. Alla fine del film il ponte viene ricostruito, ma solo per dividere gli ex-alleati, mentre vediamo due ufficiali diventati amici che si dicono addio. La gara di nuoto iniziale ricorda una scena della commedia di Aleksandrov del 1938, Volga Volga. L’ultima immagine del film rievoca invece il celebre ponte aperto in Oktiabr’ (Ottobre) di Ejzensˇtejn, al quale ovviamente collaborarono sia Aleksandrov che l’operatore Eduard Tissé. Gli americani vengono rappresentati in modo simile ai nazisti nei film di guerra sovietici, come ladri, ubriaconi e razzisti (anche se qui non attaccano gli ebrei ma gli afro-americani). Gli americani del film sembrano gli eredi di Hitler e collaborano con i criminali di guerra tedeschi al mercato nero. Il maggiore Hill scopre che nella Zona Americana gli ideali di libertà, democrazia e giustizia sono solo un’illusione. Lo spettatore scopre che l’unica alternativa razionale per i cittadini tedeschi è fuggire nella Zona Sovietica, come fa il personaggio dello scienziato tedesco Otto Dietrich.
In Vstrecˇ a na El ́be, Aleksandrov utilizza alcuni elementi del thriller di spionaggio, ma distrugge la suspense con le sue caricature. Il film inizia ridicolizzando il linguaggio del corpo americano, pieno di movenze esagerate e di gesti scomposti e quasi indecenti. I passi del boogie-woogie vengono interpretati come convulsioni e perversioni fisiologiche. Faina Ranevskaja ed Erast Garin, in passato protagonista nella compagnia teatrale di Mejerchol’d, erano stati formati a uno stile di recitazione grottesco e spesso interpretavano caricature mostruose ed eccessive. Ljubov Orlova, moglie di Aleksandrov e celebre cantante e ballerina, qui interpreta una gelida spia à la Marlene Dietrich che non riesce a sedurre il comandante Kuzmin. Nella stampa della Germania Ovest il film venne etichettato come “La vendetta russa nei confronti di Ninotchka” (Badische Zeitung, 11 agosto 1949).
Oksana Bulgakowa