UNA ISLA PARA MIGUEL

Sara Gómez

Scen.: Tomás González, Sara Gómez. F.: Luis García. M.: Caíta Villalón. Mus.: Chucho Valdés. Int.: Sara Gómez (voce narrante), Isaura Mendoza (voce narrante). Prod.: Jesús Pascau, ICAIC. DCP. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Un energico esempio di cinéma vérité, la storia di una delle migliaia di persone sotto i trentacinque anni giunte sulla Isla de Pinos nei primi sette anni della Rivoluzione cubana. Miguel, cresciuto con undici fratelli in un quartiere povero dell’Avana e membro della banda dei Vikingos, fu mandato a La isla per essere trasformato in un uomo nuovo. Il ritratto di Gómez preserva la dignità della famiglia e rispetta la giovinezza di Miguel, offrendo allo spettatore un’immersione nei problemi degli emarginati a Cuba a dieci anni dalla Rivoluzione. Nel 1968 Gómez portò la sua macchina da presa sulla Isla de Pinos (poi ribattezzata Isla de la Juventud), dove i vari reietti della società (giovani, neri, poveri, omosessuali, religiosi, hippy) venivano mandati non solo per lavorare ma anche per trarre beneficio dalla loro nuova condizione, contribuendo alla Rivoluzione attraverso il “duro lavoro” e la rieducazione. Questi “Pionieri del futuro” sarebbero diventati il volto senza tempo della Rivoluzione. Gómez realizzò qui tre documentari: En la otra Isla, Una isla para Miguel e Isla del Tesoro, che insieme ritraggono La isla come un esperimento di convivenza comunista, un mondo governato dai giovani, un condensato di tanti sogni e fallimenti della Rivoluzione.

Susan Lord

 

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Copia proveniente da

Scansionato in 4K dal Dipartimento di Film & Media della Queen’s University di Kingston (Canada) a partire dall’unica copia 16mm sopravvissuta. Restaurato nel 2021 da Cineteca di Bologna presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata