TWO TARS

James Parrott

Sog.: Leo McCarey. Scen.: H.M. Walker. F.: George Stevens. M.: Richard C. Currier. Int.: Stan Laurel (Stan), Oliver Hardy (Ollie), Thelma Hill (Thelma), Ruby Blaine (Ruby), Harry Bernard (camionista), Edgar Kennedy, Chet Brandenburg, Baldwin Cooke (automobilisti). Prod.: Hal Roach. DCP.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

In questo inno all’anarchia motorizzata, i marinai in libera uscita Stanlio e Ollio noleggiano un’auto e rimorchiano le impertinenti Ruby e Thelma. Tra le migliori comiche a due rulli della coppia, Two Tars prefigura Week-end di Jean-Luc Godard e conferisce una dimensione epica al ‘rituale di distruzione collettiva’: nella scena culminante, gli automobilisti esagitati, intrappolati in un ingorgo, abbandonano ogni forma di civiltà e in assenza di torte si mettono a lanciare qualsiasi cosa capiti loro a tiro, fino a strappar via parti di automobili. Dopo la devastazione inizia una sfilata di veicoli dalle forme surreali che inseguono dentro un tunnel l’automobile di Laurel e Hardy, o quel che ne resta, per un ultimo climax. Le qualità eccezionali del film, più affine nello spirito alle stravaganze comico-meccaniche di Keaton che alle altre comiche, più addomesticate, di Stanlio e Ollio, sono merito del supervisore alla regia Leo McCarey e dello stesso George Stevens, operatore di trentacinque corti con Laurel e Hardy. Stevens, in precedenza non molto appassionato di comiche, osservò: “Laurel e Hardy erano clown meravigliosi, ma anche molto umani. Benché la storia non fosse sempre immediatamente presente nei loro film, la loro umanità li rendeva plausibili”. Fu sorpreso di scoprire che nei loro numeri ci fosse tanta verità e una “considerevole dose d’arte”. Stevens portò sempre con sé questa consapevolezza, tanto che fu lui a dirigerli nello sketch di Hollywood Party (La grande festa, 1934). Da Laurel e Hardy, e in generale dall’esperienza come operatore di film comici, Stevens imparò ad adattare la formula ‘incontro ritardato, reazione ritardata, esplosione’ – in altre parole, i tempi della commedia. Capì anche che sceneggiatura, posizione della macchina da presa e regia devono andare di pari passo e rimanere flessibili. Infine, guardando Laurel e Hardy, imparò a dirigere le scene coniugali.

Ehsan Khoshbakht

Copia proveniente da

Per concessione di Beta Film
Restaurato nel 2021 da Lobster Films a partire da un controtipo positivo 35mm triacétate