THE WISHING RING, AN IDYLL OF OLD ENGLAND

Maurice Tourneur

Sc.: Maurice Tourneur, Owen Davis. F.: John van den Broek. Int.: Vivian Martin (Sally), Alec B. Francis (il conte di Bateson), Chester Barnett (Giles, il figlio del conte), Gyp Williams (l’orfano). Prod.: World Film Corp.
35mm. L.: 1255 m. D.: 61′ a 18 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Primo film americano di Tourneur, The Wishing Ring viene distribuito nel novembre 1914 e fa della World Pictures una delle principali compagnie di produzione-distribuzione della East Coast. Il film realizza una naturale integrazione delle pratiche filmiche americane e francesi. Se sono americani il soggetto, la costruzione scenografica e la recitazione ‘naturale’, di marca francese risultano invece mise-en-scène e tecniche di ripresa.
La sceneggiatura di Owen Davis adattava un suo testo teatrale, An Idyll of Old England, nel quale il conte di Bateson, padre integerrimo, si riconcilia con il figliol prodigo Giles grazie all’amore salvifico della figlia di un parroco, Sally – amore che  trova  il suo simbolo nell”anello dei desideri’ di una zingara. La regia di Tourneur offre un’inedita intensità a un soggetto dal fascino nostalgico e piuttosto stravagante, soprattutto attraverso una sapiente disposizione degli attori nelle pittoriche profondità di campo di Ben Carré, dove il controluce trasforma le figure in silhouette.
“Tourneur dipinge con gli esseri umani” avrebbe scritto nel 1917 Charles Emerson Cook, e The Wishing Ring già esibisce la sua abilità nel mediare tra la tradizione dell’arte figurativa euopea e la prassi creativa degli studi americani. La sequenza d’apertura, oltre quaranta inquadrature senza una sola didascalia, tiene insieme i vari personaggi in mezza dozzina di spazi, secondo un modello di montaggio alternato definito soprattutto dai raccordi sullo sguardo. Il climax della sequenza, tuttavia, ricorre alla composizione in profondità. Molto opportunamente, Th Wishing Ring si chiude con una scena di riconciliazione che ben sintetizza le strategie di montaggio in continuità, illuminazione selettiva e composizione in profondità.

Richard Abel

Copia proveniente da