THE TOLL GATE

Lambert Hillyer

Sog.: dal racconto “By Their Fruits Ye Shall Know Them” di William S. Hart; Scen: Lambert Hillyer, William S. Hart; F.: Joe August; Mo.: LeRoy Hunt; Scgf.: Thomas A. Brierley; Tit.: Harry Barndollar; Int.: William S. Hart (Black Deering), Anna Q. Nilsson (Mary Brown), Jack Richardson (lo sceriffo), Joseph Singleton (Tom Jordan), Richard Headrick (“The Little Feller”), Fritz (se stesso); Prod.: William S. Hart Company 35mm. L.o.: 1703 m. L.: 1518 m. D.: 66’ a 20 f/s. Bn.

 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Dopo aver abbandonato la United Artists, Hart firmò un contratto con Zukor che gli garantiva 200.000$ a film e tagliava fuori completamente Tom Ince. Meglio ancora, Fritz poteva finalmente tornare sullo schermo. La prima delle nuove produzioni fu Sand, ma la Artcraft la rimandò, preferendo lanciare il nuovo accordo con The Toll Gate. Tornare a lavorare con Fritz forse spinse Hart a riprendere quelli che riteneva essere i migliori elementi delle produzioni Triangle che lo avevano reso una star: per l’ultima volta il cattivo-buono avrebbe rinunciato alla compagnia di una donna per fuggire da solo a cavallo dopo aver vendicato il tradimento di un uomo dalla doppia faccia che considerava suo amico. Nella sua autobiografia, Hart dedica molto spazio alla descrizione di tutti i rischi che lui e Fritz si trovarono ad affrontare nelle scene più pericolose del film, soprattutto in quella in cui si avvicinano all’entrata segreta di una caverna lungo un corso d’acqua impetuoso. A differenza di Tom Mix, Hart non ricorreva mai ad acrobazie a cavallo fini a se stesse, forse perché le trovava esagerate e irrealistiche, o forse più semplicemente perché non era in grado di eseguirle. Ann Little, una cavallerizza professionista del Ranch dei fratelli Miller che aveva lavorato nei film di Hart, lo ricordava come un cavaliere mediocre la cui tecnica dilettantesca era subito evidente alle persone più esperte. Alcuni gli avevano anche consigliato di usare delle controfigure per le scene più pericolose, soprattutto quando già stava invecchiando. Nonostante il generale “addolcimento” dei film del periodo post-bellico, The Toll Gate conserva ancora un carattere sorprendente. Come scrisse Louis Reeves Harrison su Moving Picture World, “È la storia di un fuorilegge senza alcuna concessione eroica al personaggio (…). [Hart] rappresenta quel connubio di temerarietà e scaltrezza tipico del combattente americano. (…) Nei suoi occhi brilla sempre quel misto di combattività e prudenza tipico del vero pistolero del West.”

Richard e Diane Koszarski

Copia proveniente da

Copia stampata negli anni Settanta, forse dalla copia nitrato del 1929 di proprietà di William S. Hart