The Thief Of Bagdad

Raoul Walsh

T. it.: Il ladro di Bagdad. S.: Elton Thomas [Douglas Fairbanks]. Scen.: Lotta Woods. F.: Arthur Edeson. Mo.: William Nolan. Scgf.: William Cameron Menzies. Mu.: Mortimer Wilson. Int.: Douglas Fairbanks (Ahmed, il ladro), Snitz Edwards (il complice), Charles Belcher (il santone), Julanne Johnston (la Principessa), Sojin (il principe mongolo), Anna May Wong (la schiava mongola), Winter Blossom (la schiava del liuto), Etta Lee (la schiava della sabbia), Brandon Hurst (il Califfo), Tote Du Crow (l’indovino), Noble Johnson (il principe indiano), Mathilde Comont (il principe persiano). Prod.: Douglas Fairbanks Pictures. Pri. pro.: 18 marzo 1924 35mm. D. 155’. Bn. 

info_outline
T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Raoul Walsh fu l’ultima grande figura creativa a entrare nella squadra di The Thief of Bagdad, produzione di Douglas Fairbanks che era già in cantiere da un anno. Fairbanks aveva già scritto una volu­minosa sceneggiatura (con lo pseudonimo Elton Thomas) e William Cameron Menzies aveva già progettato e costruito le svettan­ti scenografie art nouveau. Per vincere la riluttanza di Walsh ad accettare la regia, Fairbanks gli fece visitare la Bagdad di Menzies: “Mi lasciò senza fiato”, ricordò Walsh nell’autobiografia del 1974 Each Man in His Time. “Cambiai idea all’istan­te. Avrei fatto The Thief of Bagdad e sa­rebbe stato il mio miglior film. Ecco cosa può fare il genio di un uomo all’ego di un altro uomo”. Anche se il prodotto finale è soprattutto espressione della personalità incrollabilmente ottimista e intraprendente di Fairbanks, la sintonia con Walsh è piut­tosto forte: Fairbanks possiede già la spin­ta interiore dei protagonisti di Walsh (pur essendo privo del loro lato oscuro), e il suc­cessivo ricorso di Walsh alle altezze, meta­fora visiva dei successi (e degli eccessi) dei suoi personaggi, come in Una pallottola per Roy e La furia umana, può essere nato con le vertiginose acrobazie di Fairbanks. (Lo stesso Walsh si assunse il merito di avere ideato il tappeto magico del film, che si librava agganciato a una gru.) Per Jacques Lourcelles, tuttavia, il film rimane un’opera “di gran lunga minore” nella pro­duzione del regista: “Walsh poteva anche aver capito Fairbanks alla perfezione, ma il suo personaggio da fumetto non lo ispi­rò”. È significativo che l’unico altro film di Walsh caratterizzato da un forte elemento fantastico sia stato il famigerato fiasco del 1945 La tromba squilla a mezzanotte.
(Dave Kehr)

 

Copia proveniente da

Per concessione di Cohen Film Collection