THE TEN COMMANDMENTS

Cecil B. De Mille

Tit. it.: “I dieci comandamenti”; Scen.: Aeneas MacKenzie, Jack Gariss, Frederic M.Frank, da “La Bibbia” e dai romanzi “Prince of Egypt” di Dorothy Clark, “Pillar of Fire” del Rev. J.H. Ingraham, “On Eagle’s Wings” del Rev. A.E. Southon; F.: Loyal Griss; M.: Anne Bauchens; Scgf.: Hal Pereira, Walter Tyler, Albert Nozaki; Cost.: Edith Head, Ralph Jester, John Jensen, Do- rothy Jeakins, Arnold Frieberg; Trucco: Wally Westmore, Frank Westmore, Frank McCoy; Su.: Louis H. Mesenkop, Harry Lindgrene, Gene Garvin; Effetti speciali: John P. Fulton; Mu.: Elmer Bernstein; Coreografia: LeRoy Prinz, Ruth Godfrey; Int.: Charlton Heston (Mosé), Anne Baxter (Nefretiri), Yul Brinner (Ramses), Yvonne De Carlo (Sephora), John Derek (Joshua), Nina Foch (Bithiah), Judith Anderson (Memnet), John Carradine (Aaron), Douglass Dumbrille (Jannes), Henry Wilcoxon (Pantatur), Donald Curtis (Mered), H.B. Warner (Amminadab), Edward G. Robinson (Dathan), Debra Paget (Lilia), Cedric Hardwicke (Sethi), Martha Scott (Yochabel), Vincent Price (Baka), Olive Deering (Miriam), Franjk DeKova (Abiram), Eduard Franz (Jethro), Lawrence Dobkin (Hur Ben Caleb); Prod.: Cecil B.De Mille per Paramount 35mm. D.: 219’. Col.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Nonostante abbia una durata di quasi quattro ore e sia pieno delle assurdità e delle volgarità che ci si possono aspettare, l’ultimo e il più stravagante lungometraggio di successo di Cecil B. De Mille non annoia neanche per un istante. Anche se è per certi versi inferiore al suo omonimo film del 1923 (che utilizzava la parabola di Mosè come prologo esteso di un racconto contemporaneo), il film può contare su un colore meraviglioso e sulla capacità comunicativa senza esitazioni di De Mille, che appare nell’introduzione e accompagna poi il racconto con la sua voce. Pacchiana e splendida al tempo stesso, l’epica del film è alimentata da una convinzione personale che diventerà sempre più rara nei più recenti monoliti hollywoodiani. Come ebbe modo di osservare Luc Moullet, la figura di Ramsete interpretata da Yul Brynner è un chiaro ritratto di Mao; l’introduzione di De Mille esprime chiaramente un messaggio da Guerra Fredda, pur se in realtà ciò che nel film è contrario alle leggi di Dio sembra non essere tanto il comunismo, quanto la libido sfrenata. Quando la Paramount fece distribuire alcune copie adattando il formato dal VistaVision originario al CinemaScope, e tagliando quindi la parte superiore e inferiore dell’inquadratura, forse è intervenuta per davvero una punizione divina: De Mille era un noto feticista dei piedi, e le losche trame ordite dalla casa cinematografica tagliarono i piedi a molti degli attori in primo piano.
Jonathan Rosenbaum

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