THE SAGA OF ANATAHAN

Josef von Sternberg


T. it.: L’isola della donna contesa Sc.: J. von Sternberg, da un racconto di Michiro Maruyama. Voce del narratore (in inglese): J. von Sternberg. Dialoghi giapponesi: Asano. F.: J. Von Sternberg. Mu.: Akira Ifukube. M.: Miyate. Scgf.: Kono. Cast.: Akemi Neghishi (Keiko), Tadashi Suganuma (Kusakabe), Kisabuto Sawamura (primo «fuco»), Shoji Nakayama (secondo fuco), Jun Fujikawa (terzo fuco), Hiroshi Kondo (quarto «fuco»), Shozo Miyashita (quinto «fuco»), Tsuruemon Bando (primo capitano), Kikuji Onoe (secondo capitano), Kokuriro Kinoya (il suonatore), Dajiro Tamura (primo nostalgico), Tadashi Kitagawa (secondo nostalgico), Takashi Suzuki (terzo nostalgico), shiro Amikura (il patriota). Prod.: Nagamasa Kawakita, Yoshio Osawa, per Daiwa-Towa; 35mm. L.: 2555 m. D.: 94’ a 24 f/s. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Su «Life» era apparso un articolo in cui si raccontava la straordinaria odissea di alcuni giapponesi abbandonati su un’isola per sette anni dopo la fine della guerra. E questo aveva attirato la mia attenzione. In quel periodo stavo lavorando su un film a Los Angeles e i miei amici giapponesi Kawakita e Osawa mi avevano già pregato di venire a lavorare in Giappone. Gli ho proposto questo soggetto e hanno accettato. Allora mi sono recato in Giappone per studiare questa idea di film. […] La preparazione del film ci ha portato via cinque mesi. Ma una volta a Kyoto abbiamo girato molto rapidamente. Io non volevo andare ad Anatahan, era troppo lontano, troppo inaccessibile, troppo selvaggio. L’ambiente era troppo faticoso, malsano, mentre a me piace lavorare nel comfort. Non si fa nulla di buono senza comfort. E poi le zanzare! Un ambiente mortifero, con dei serpenti, delle belve…Allora ho ricreato l’isola, a partire dall’idea che me ne ero fatto. C’erano delle Criptomerie (un tipo di albero gigante)…Conosce le loro dimensioni? Dieci o quindici uomini non possono cingerle con le loro braccia unite. Sono enormi. Ne abbiamo fatte abbattere alcune, abbiamo preso i ceppi, li abbiamo rovesciati e con le radici abbiamo ricreato una giungla. Era difficile perché in Giappone non si sono noci di cocco. È stato necessario farle venire in aereo dalle Filippine. Non si trova quasi niente in Giappone, è davvero strano! Anche le montagne sono disegnate, non sono reali, è tutto un trucco! Ecco come si devono fare i film! Solo l’oceano è vero, è un peccato mi dispiace di non aver potuto ricreare anche quello. Rovina il film!

Josef von Sternberg, in «D’un silence l’autre», realizzato da André S. Labarthe nel 1967, per la serie televisiva «Cinéastes de notre temps». Ora in Flavio Vergerio (a cura di), Cinema, del nostro tempo, Milano, Il Castoro, 1998.

La tragedia di The Saga of Anatahan ha inizio all’epoca della sua uscita in Giappone, nell’estate del 1953. Ostili per principio alla visione della loro cultura all’estero, la critica e il pubblico respingono il film. La critica occidentale non sarà più lucida – a parte l’eccezione francese – e persino Lotte H. Eisner riprende a questo proposito la mediocre battuta di John Grierson a proposito di Sea Gulls (il film che Sternberg aveva realizzato per Charles Chaplin e che quest’ultimo non mostrerà mai): «Quando un regista muore, diventa un fotografo.» […] Nel 1987, la casa di distribuzione Twyman Films incarica il laboratorio Film Technology di restaurare The Saga of Anatahan a partire da vari elementi procurati per la maggior parte dalla Sig.ra von Sternberg. Quest’ultima chiede che il film sia conforme ai documenti di lavoro lasciati dal marito. Il restauro viene eseguito, ma in maniera approssimativa, sulla base di elementi notevolmente deteriorati. Manca soprattutto il commento originale recitato dal cineasta. […] La recente duplicazione, da parte della Cinémathèque Française, della copia uscita a Parigi nel 1956 risultava quindi necessaria.


Bernard Eisenschitz, in «Cinegrafie», n. 15, 2002

Copia proveniente da

Preservato nel 2001 da una copia in nitrato del 1952