THE MANCHURIAN CANDIDATE
T. it.: Va’ e uccidi; Sog.: dall’omonimo romanzo (1959) di Richard Condon; Scen.: George Axelrod; F.: Lionel Lindon; Mo.: Ferris Webster; Scgf.: Richard Sylbert; Cost.: Moss Mabry; Eff. Spec.: Paul Pollard; Mu.: David Amram; Su.: Joe Edmondson; Int.: Frank Sinatra (Bennett Marco), Laurence Harvey (Raymond Shaw), Janet Leigh (Rosie), Angela Lan- sbury (la madre di Raymond), James Gregory (senatore John Iselin), Henry Silva (Chunjin), Leslie Parrish (Jocie Jordan), John McGiver (senatore Thomas Jordan), Khigh Dhiegh (Yen Lo), James Edwards (caporale Melvin), Douglas Henderson (Colonnello), Albert Paulsen (Zilkov), Barry Kelley (Segretario della difesa), Whit Bissell (ufficiale medico), Robert Riordan (candidato); Prod.: John Frankenheimer, George Axelrod, M.C. Productions, per United Artists 35mm D.: 126’. Bn.
Scheda Film
Il primo film che ho davvero voluto e sul quale avevo un controllo totale è stato Va’ e uccidi (…). Non era un soggetto che molti studi cinematografici fossero disposti ad affrontare (…). Ma quando Sinatra disse che avrebbe accettato, avremmo potuto farlo in qualsiasi studio (…). Girammo tutto il film in 39 giorni. (…) Avevo un’idea precisa di tutto il film, anche grazie a George Axelrod (…). Avevamo discusso il film dalla prima all’ultima scena. Sono stato fortunato anche ad avere Richard Sylbert come scenografo (…). È un artista molto creativo, ed ha ricostruito gran parte dei set [per il film] negli studi. Tutti pensano che sia girato in esterni. Abbiamo ultimato le scene del Madi- son Square Garden in soli quattro giorni. (…)
Credo che il [romanzo] di Condon sia uno dei migliori libri che abbia mai letto (…). A quel tempo ebbe una grande importanza sociale e politica per me, e purtroppo il film si è rivelato tristemente profetico. È spaventoso quello che è successo nel nostro paese da quanto è stato fatto il film e quanto spesso il film venga citato per le tecniche [di lavaggio del cervello] (…). George Axelrod (…) mi disse: “È facile che cose del genere possano veramente succedere”. Nel film molte cose le abbiamo solo accennate. Ho passato molto tempo a visionare i cinegiornali dei convegni politici, passando in rassegna tutti i libri sul lavaggio del cervello e sulla guerra di Corea. Poi ci siamo fatti assorbire dalla storia e abbiamo capito che ciò che avevamo poteva essere molto più vicino alla realtà di quanto la gente potesse immaginare (…).
Allo stesso tempo eravamo certi di vivere in una società sottoposta al lavaggio del cervello. Volevo poter fare qualcosa (…). Sono sempre più convinto che la nostra società sia manipolata e controllata. Qui avevamo un individuo che cercava di combattere i conflitti interiori che lo tormentavano (…). Inoltre, la cosa più importante era che questo paese si stava riprendendo dal maccartismo e non era mai stato girato alcun film sull’argomento. Volevo fare un film che mostrasse la risibilità delle politiche di estrema destra maccartiste, così come la pericolosità dell’e- strema sinistra, volevo esprimere come in fondo entrambe fossero la stessa cosa, e l’assurdità del tutto. Era questo che volevo far vedere, e credo di esserci riuscito.
John Frankenheimer, in Gerald Pratley, The Films of John Frankenheimer, Lehigh University Press/Cygnus Press, 1998