The Lady from Shangai

Orson Welles

T. it.: La signora di Shanghai. Sog.: dal romanzo If I Die Before I Wake (L’altalena della morte) di Sherwood King. Scen.: Orson Welles. F.: Charles Lawton, Jr. M.: Viola Lawrence. Scgf.: Stephen Goosson, Sturges Carne. Mus.: Heinz Roemheld. Int.: Orson Welles (Michael O’Hara), Rita Hayworth (Elsa Bannister), Everett Sloane (Arthur Bannister), Glenn Anders (George Grisby), Ted de Corsia (Sidney Broome), Gus Schilling (Goldie), Louis Merrill (Jake), Erskine Sanford (giudice), Carl Frank (procuratore distrettuale Galloway), Evelyn Ellis (Bessie). Prod.: Columbia Pictures. DCP. D.: 88′. Bn.

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Welles si ritrovò di nuovo a Hollywood, dove il suo progetto per un piccolo film anticonformista fu trasformato in una grossa produzione incentrata su Rita Hayworth. Il film che ne risultò (ori ginariamente intitolato Take This Wo man e poi Black Irish) racconta di come Michael O’Hara (Welles), un ingenuo vagabondo, venga sedotto dal fascino della ricca Elsa Bannister (Hayworth), diventando dapprima un gigolò e poi suo malgrado complice di un omicidio. Dal momento in cui O’Hara si lega a questo gruppo di disonesti, il film diventa sempre più sulfureo e delirante; dalla fantastica scena d’amore con Rita Hayworth all’acquario di San Francisco fino al magico labirinto degli specchi della scena finale, il mondo attorno a lui diventa sempre più assurdo, senza alcuno spiraglio […]. Rimontato in modo radicalmente diverso dopo i risultati della seconda anteprima, The Lady from Shanghai dovette attendere a lungo prima di venire distribuito. […] Per quanto possa sembrare paradossale, si ha l’impressione che tutti gli interventi della Columbia sul film non siano poi stati distruttivi come le revisioni di L’orgoglio degli Amberson a opera della RKO. La ragione è che The Lady from Shanghai è caratterizzato da una sorta di ispirata vacuità, da una stilizzazione grottesca mente comica librata al di là dell’e spressionismo e verso l’assurdo. […] In effetti si potrebbe sostenere che l’opera di Welles durante questo periodo aveva iniziato a spostarsi sempre più dal reale all’immaginario, dal conscio al subconscio, dagli angiporti ai luna park. Il suo stile, con le sue distorsioni fantastiche, il suo complesso gioco di luci e di ombre, i suoi molteplici livelli d’azione, si era sempre prestato molto bene a descrivere la corruzione e la pazzia. Ma The Lady from Shanghai, probabilmente per pura necessità, esalta e sublima all’eccesso le caratteristiche di questo stile, mescolandolo a un massimo di convenzione hollywoodiana, e in questo senso diventa uno dei film più scatenati e ipercinetici di Welles, e il più violento e sprezzante nella visione della società americana.

James Naremore, Orson Welles, ovvero la magia del cinema, Marsilio, Venezia 1993

 

Copia proveniente da

Restaurato in 4K da Sony Pictures presso Colorworks. Il negativo originale nitrato è stato scansionato a 4K presso Cineric, New York. Il restauro digitale è stato completato al MTI Film di Los Angeles, e il restauro audio al Chace Audio by Deluxe. Color correction e DCP sono stati completati presso Colorworks