The Immigrant

Charles Chaplin

T. It.: L’emigrante; Sog., Scen.: Charles Chaplin; F.: Roland Totheroh; Mo.: Charles Chaplin; Int.: Charles Chaplin (Un Emigrante), Edna Purviance (Un’emigrante), Kitty Bradbury (Madre Della Ragazza), Eric Campbell (Capocameriere), Albert Austin (Emigrante Slavo / Cliente Al Ristorante), Henry Bergman (Donna Slava / Pittore), Loyal Underwood (Emi­grante Piccolo Piccolo), Stanley Sanford (Giocatore D’azzardo Sulla Nave), James T. Kelley (Uomo Malconcio Nel Ristorante), John Rand (Ubriaco Senza Soldi), Frank J. Coleman (Uffi­ciale Di Bordo / Proprietario Del Ristorante), Tom Harrington (Impiegato Addetto Alle Licen­ze Dimatrimonio); Prod.: Charles Chaplin Per Lone Star Mutual; Pri. Pro.: 17 Giugno 1917 35mm. D.: 30′ A 18 F/S. 

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T. it.: Titolo italiano. T. int.: Titolo internazionale. T. alt.: Titolo alternativo. Sog.: Soggetto. Scen.: Sceneggiatura. Dial.: Dialoghi. F.: Direttore della fotografia. M.: Montaggio. Scgf.: Scenografia. Mus.: Musiche. Int.: Interpreti e personaggi. Prod.: Produzione. L.: lunghezza copia. D.: durata. f/s: fotogrammi al secondo. Bn.: bianco e nero. Col.: colore. Da: fonte della copia

Scheda Film

Nel caso di L’emigrante, il materiale di scarto ci permette di coglie­re con precisione ancora maggiore gli sviluppi e i progressi delle intuizioni chapliniane. Questo capolavoro, le cui qualità d’ironia, di satira e di profondo, commosso realismo rimangono intatte ancora oggi dopo settantanni, fu realizzato appena in un paio di mesi. La cura miracolosa era stato distribuito nel giorno del ventottesimo compleanno di Chaplin, che aveva subito cominciato il nuovo film per recuperare il tempo perduto, e forse già stava per iniziare le riprese quando dichiarò a un intervistatore: “Da tempo nutro l’am­bizione di realizzare una commedia semiseria, ambientata nel Quartiere Latino di Parigi. È un mondo che mi offre il destro di dare sfogo alla vena sentimentale che spesso si insinua nelle mie storie; il problema sarà quello di impedire che quella vena malinconica comprometta del tutto la comicità. C’è tanto pathos nella vita dei veri bohèmien, e lo spirito comunitario che li anima è troppo forte e troppo ammirevole perché mi senta di parodiarlo”. È chiaro che in origine L’emigrante s’identificava con questo progetto. (…) In poche immagini (763 ss.) Chaplin inventa (…) una scena di feroce ironia, che al giorno d’oggi rimane ancora sconcertante. Vediamo in lontananza la Statua della Libertà, una didascalia annuncia “l’arri­vo nel paese della Libertà”; ma sul ponte si ammassa la folla degli emigranti malconci, e i funzionari dell’ufficio immigrazione gettano un cordone intorno a quei poveracci, quasi si trattasse di bestiame.

David Robinson, Chaplin. La vita e l’arte, Marsilio, Venezia, 1987

 

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Restaurato Presso Il Laboratorio L'immagine Ritrovata Nel 2008 Con La Collaborazione Di Lobster Films E David Shepard